La conoscenza rende un uomo più saggio

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    "la conoscenza rende un uomo più saggio".
    Questo è ciò che mi disse mio zio una volta in uno dei pochi discorsi filosofici che si faceva in famiglia, non essendo gente di grande cultura.
    "Prima della forza, prima dell'abilità, prima di ogni altra cosa, c'è la conoscenza. La conoscenza di sè stessi, del mondo circostante, degli altri. Senza conoscenza, tutto il resto viene inosarbilmente a cadere. La conoscenza è l'arma più forte di tutte".
    Fino ad allora avevo sempre creduto che non era così. Una persona forte può battere una persona acculturata, una persona abile poteva mettere alle strette una persona acculturata. Per fare un esempio personale, qualcuno poteva sapere tutto sul mondo dei pesci, ma se non aveva mai toccato un coltello in vita sua non avrebbe mai potuto trattare il pesce di balamb in modo da renderlo mangiabile.
    Tuttavia, da quando ero entrato avevo cominciato a capire che forse forse mio zio non aveva detto una cosa così stupida. Certo, con la conoscenza andava fatta anche la pratica in modo da non essere solo un peso, ma generalmente conoscere ti poteva aiutare a sbagliare molto di meno, e a diventare più bravo in poco tempo.
    Per questo mi ritrovai in libreria quel giorno.
    Essendo una persona sia debole che impreparata, avevo deciso che andare in biblioteca era la soluzione migliore. Da quando avevo combattuto contro Tessa per l'ammissione, mi ero sentito come se nel mio petto ci fosse una bomba con un timer molto lungo, e anche se avevo parecchio tempo, il pensiero di avere una data di scadenza mi metteva una certa ansia. Non avevo ancora capito come avevo fatto a diventare un Evocatore, prima di allora non mi sembrava di aver mai fatto qualcosa di simile. Nonostante avessi preso parte alle lezioni ed aver ascoltato i professori, ancora non avevo capito il meccanismo base sul quale fare perno per riuscire ad evocare Quetzal. A livello combattivo eoa una mezzasega, non ero nè agile nè forte, e purtroppo non ero nemmeno intelligente. La conoscenza era l'unica cora che mi era rimasta per non essere cacciato dal garden.
    Andai quindi a chiedere con un poco di imbarazzo informazioni alla bibliotecaria che si trovava nelle vicinanze dell'entrata, più precisamente qualche libro sui Guardian Force e sugli Evocatori. Non che mi fosse difficile parlare con una ragazza non era quel tipo di imbarazzo il mio. Ero solo preoccupato di essere giudicato, chiedere informazioni su qualcosa che si dovrebbe già essere non era certo piacevole. Tuttavia, la ragazza non si scompose, e mi consiglio una manciata di libri, espondendomi la loro ubicazione con precisione. Ringraziando quindi, andai a cercare i volumi che mi erano stati consigliati, e dopo una mezza dozzina di minuti nei quali per interesse personale avevo sbirciato anche altri libri lì vicino, mi accomodai su un tavolo laterale in fondo alla biblioteca con 4 libri. Parevano esserci un paio di persone lì dentro, ma non volevo disturbare nessuno. Poggiai i libri sul tavolo e mi sedetti, prendendo il primo libro che stava sopra tutti gli altri, "Storia dei Guardian Force". Prima di tutto, avevo bisogno di capire bene che cosa avevo evocato, poi sarei passato al "come".
     
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    Era passato un po' di tempo dalla discussione con Rax, e da allora a Sashichi era rimasto il tarlo della biblioteca. Aveva cercato di rimandare il più possibile questo momento, perché i libri non erano esattamente il suo forte, e si sentiva sempre un po' a disagio negli spazi di una biblioteca, allo stesso tempo enorme e opprimente. Non che fosse contrario ai libri in sé, di tanto in tanto gli piaceva leggere qualcosa, ma sentiva che non era il suo campo. E così, ogni volta che si doveva trovare a leggere qualcosa di serio, a cercare qualcosa tramite dei libri, finiva per sentirsi frustrato, perché non sapeva come muoversi, si sentiva lento e impacciato, pensava che tutti (o quasi) intorno a lui sarebbero stati capaci di fare un lavoro migliore, e allora si perdeva d'animo e si dedicava ad altro.

    Ma stavolta era diverso. Non aveva a disposizione un compagno fidato, intelligente e studioso a cui poter affidare questo compito, e non si sentiva sicuro a parlarne con il primo che passava. E quindi l'unica, a meno di non arrendersi completamente, era di sobbarcarsi lui quell'impegno. Fu con questo spirito, un cuore d'asino e uno di leone, che entrò in biblioteca quel giorno. Rivolse un saluto e un sorriso alla bibliotecaria, ma non si fermò a chiederle aiuto. Si disse che era per mantenere riservato lo scopo della propria ricerca, ma era troppo furbo per credere alle sue stesse fesserie: temeva di passare da ignorante, e di fare magre figure.

    Si diresse quindi per prima cosa in fondo alla biblioteca, lontano dallo sguardo della bibliotecaria, incurante del fatto che a quest'ultima fregava ben poco di tenere d'occhio lui, con tutto il da fare che c'era. Diede un piccolo sospiro di sollievo, e si mise a guardare i libri dello scaffale che aveva davanti. Eh già, come avrebbe trovato i volumi che servivano a lui? Le biblioteche erano divise per temi o aree di competenza generalmente, questo lo sapeva, ma da lì a sapersi muovere e districare all'interno del sistema di questa specifica biblioteca, ce ne passava. Fece quindi avanti e indietro pian piano, sbirciando i titoli dei vari libri che si trovava davanti, per farsene un'idea. Nel farlo, notò con la coda dell'occhio un ragazzo seduto a un tavolo in disparte, con quattro libri davanti. Dal fisico non pareva un combattente; forse per pregiudizio, forse per semplice senso d'inferiorità, ebbe l'impressione che quel ragazzo appartenesse a quella biblioteca molto più di lui. Lui, che fra l'altro era come sempre in mimetica, tenuta che non mancò di attirargli addosso qualche sguardo. I SeeD e le reclute che frequentavano la biblioteca erano tendenzialmente un gruppo diverso da quelli che frequentava lui, e quindi meno abituati alla stranezza di questa recluta che girava in mimetica anche dentro il Garden.

    Si rese conto che perdendosi in questi pensieri non aveva letto neanche un titolo degli ultimi due scaffali, e sospirò, rendendosi conto ancora una volta quanto quell'ambiente non facesse per lui. Si fermò, tornò indietro e riprese la camminata, imponendosi di concentrarsi e sbirciando i titoli dei due scaffali che aveva mancato. Dopo qualche minuto, arrivò finalmente all'ultimo scaffale, che si trovava proprio davanti al tavolo dov'era seduto Nab Maru. Finì quindi per dargli le spalle, mentre passava in rassegna con lo sguardo questi volumi: lingue straniere. Per pura combinazione, aveva trovato il reparto giusto. Fermò quindi lì la propria curiosa passeggiata, cominciando a leggere con più attenzione i titoli dei libri, ogni tanto tirandone fuori qualcuno e sfogliandolo distrattamente, il tutto sempre dando le spalle al ragazzo.
     
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    Ero sopra quel libro da parecchio tempo, e ci misi un po' a comprendere che...non ci stavo capendo quasi nulla. La spiegazione sulla natura di questi Guardian Force era parecchio complessa secondo i miei standard. Essi erano praticamente delle potenti creature spirituali che si potevano muovere in modo autonomo, e con l'energia accumulata da guerrieri addestrati poteva dar loro una precisa forma, e nel mio caso ero riuscito a dare abbastanza energia a Quetzal.

    "Quetzal era un potente Guardian Force che custodiva il potere dei tuoni. Evocato dal personale del Garden di Balamb in circostanze sconosciute, era solitamente assegnato ai cadetti della scuola militare, perché potessero farne buon uso."

    Da quello che riuscivo a comprendere ero riuscito a dare forma a Quetzal in maniera sconosciuta, e i dubbi quindi mi assalivano. Era stata solo fortuna? Oppure potevo riuscire a evocare Quetzal in apposite circostanze? Prima di allora non ero mai riuscito a fare una cosa del genere, e questo mi rendeva dubbioso per l'ennesima volta sulle mie capacità. Che tipo di allenamento dovevo fare per riuscire a evocare un Guardian Force con regolarità? Nonostante fossi ad un livello sotto la media, la curiosità mi spingeva a chiedermi se fossi riuscito ae evocare prima o poi altri di questi Guardian Force.
    Si parlava anche di altri di questi G.F, come Ifrit, la creatura associata al fuoco, e Shiva, la creatura associata al ghiaccio. Ogni G.F. aveva una storia diversa, composta comunque da un certo alone di mistero, in quanto non c'era un effettiva "prima volta" registrata su quel libro. La cosa comunque pareva più lunga del previsto, e mi appoggiai sullo schienale della sedia con un sospiro malinconico. Non credevo di trovare così tante difficoltà fin dall'inizio; sarebbe stato più semplice se avessi saputo impugnare decentemente una spada, e invece l'unica cosa con ui potevo essere decente erano i coltelli. Forse avrei potuto chiedere se avevano bisogno di un cuoco, sarebbe stato molto meno umiliante.

    Pensa con positività, sicuramente è difficile all'inizio per chi è nuovo, ma non posso mollare al primo ostacolo. Se non ci provo nemmeno a superarlo tanto valeva restare a Balamb, no?
     
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    Erano quasi dieci minuti che stava lì in piedi, sfogliando libri e capendoci sempre di meno. D'accordo, era la sezione lingue straniere, ma era completamente diverso da quello che si aspettava. Il libro che stava sfogliando in quel momento aveva diverse pagine piene di disegni schematici dell'interno della bocca e forme geometriche trapezoidali contornate un po' da lettere dell'alfabeto e un po' da strani simboli che non aveva mai visto prima. Gli venne il serio dubbio che qualcuno avesse mal riposto un trattato di matematica nella sezione sbagliata, ma quando chiuse il libro per controllarne di nuovo la copertina dovette ricredersi: ci stava effettivamente scritto "corso di linguistica e fonetica". Sashichi si grattò la testa per qualche secondo, fissando con estrema perplessità la copertina del libro, prima di decidersi a rimetterlo a posto, arrendendosi all'evidenza: se le informazioni che cercava stavano là dentro, avrebbe impiegato meno tempo a diventare preside del Garden che a carpirle.

    Contro tutti i suoi istinti di sopravvivenza, decise di tirarne fuori un altro. Se ne pentì immediatamente: il libro sembrava essere stato scritto da un sismografo invece che da un essere umano, in copertina c'erano solo dei ghirigori.

    دروسی در زبان‌شناسی عمومی

    Rimise immediatamente il libro al suo posto, strabuzzando gli occhi e sperando di non aver accidentalmente evocato qualche entità primeva e malevola (la Strega bastava e avanzava).

    Che fare ora? Tentare un altro libro a caso, rischiando di scatenare l'armageddon una volta per tutte? Abbandonare l'impresa? Molto dubbioso, Sashichi si diede un'occhiata intorno, e l'occhio gli cadde di nuovo sul ragazzo che stava seduto poco distante da lui, e che sembrava molto assorbito dal libro. Lo osservò per qualche secondo con la coda dell'occhio, facendo finta di stare guardando altri libri, e si mise a formulare un piano. Sembrava esperto... o almeno, più esperto di lui. Va beh, insomma: era stato capace di trovare ben quattro libri e di mettersi a leggerne uno con attenzione, e sicuramente con uno scopo, il che era anni luce più avanti rispetto a quello che era riuscito a fare lui. Disturbarlo, rischiando di vedersi vittima del temibile dito indice sulle labbra accompagnato dal sibilo serpentino che era segnale universale di "silenzio, zoticone"? Oppure andare a chiedere alla bibliotecaria?

    Soppesò brevemente le due opzioni, e infine decise che avrebbe preferito fare una pessima figura di fronte a uno studente in un angolo isolato della stanza, che di fronte alla bibliotecaria in mezzo a tutti. Prese un lungo respiro, quasi per darsi forza, e poi diede un colpetto di tosse, piccolo piccolo, tanto per attirare l'attenzione. «Uhm...» Esitò ancora un po', sperando che nel frattempo Nab avesse almeno alzato lo sguardo verso di lui, altrimenti si sarebbe sentito molto stupido a continuare. Ma avrebbe continuato lo stesso anche in quel caso: fermarsi di colpo l'avrebbe fatto sentire ancora più stupido. «Scusa il disturbo, ma... uhm...» Essù, dillo, che ci vuole? Ammetti di non averci capito un cazzo dalla vita e chiedi una mano, al massimo sbufferà alzando gli occhi al cielo e ti indicherà con un movimento svogliato del dito indice la direzione da prendere. «Posso chiederti una mano? Sto... cercando dei libri, ma non ci sto riuscendo benissimo, ecco.»

    Va beh. Meglio di niente, dai.
     
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    Non c'era nulla da fare. Malgrado stessi sfogliando quel libro da dieci minuti, ancora non ero riuscito a cavare un ragno dal buco. Certo, qualche cosa ero riuscito a comprendere oltra a una storia sommaria su vari tipi di Guardian Force, ma i termini lessicali spesso erano troppo difficili da comprendere, e quindi decisi di lasciare perdere quel libro. La sconfitta era inevitabile, in quanto quel tomo non faceva per me; non aveva ciò di cui io necessitavo.

    Magari con gli altri avrò più fortuna, ma spero che non siano tutti così o devo prendere anche un dizionario, e di certo la cosa non mi mette a mio agio.

    Presi il secondo libro, che mi sembrava più una guida che altro dal titolo.
    "Evocatori: cosa ti interessa sapere e piccole curiosità". Non mi entusiasmava molto, il titolo suonava buffo. Aprii il libro, ma prima di poter cominciare, qualcuno catturò la mia attenzione con un colpo di tosse; mi girai incuriosito e vidi un ragazzo che sembrava molto più maturo di me. Fui abbastanza perplesso, e non risposi, ma lasciai che fu lui a chiedere. Non è che non volessi rispondere per maleducazione, semplicemente mi aveva preso alla sprovvista e non sapevo come reagire all'interno di una biblioteca.

    Posso chiederti una mano? Sto... cercando dei libri, ma non ci sto riuscendo benissimo, ecco

    Fu abbastanza strano che un ragazzo chiese a me indicazioni su dei libri, quando c'era una bibliotecaria poco più in là. Forse era timido pure lui? Poteva benissimo essere, non era una ipotesi da scartare.

    Beh...non sono un esperto, ma forse posso aiutarti. Cosa stai cercando?

    Mi alzai per avvicinarmi a lui, magari cercava libri che stavano dall'altra parte, o forse non trovava dei libri perchè li avevo io...
     
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    Il ragazzo reagì con una certa sorpresa, che Sashichi non si aspettava. Si era immaginato diverse reazioni possibili alla sua domanda, ma non quella: forse allora si era sbagliato nel pensare che potesse sapersi muovere bene nella biblioteca? Beh, in ogni caso ormai si era rivolto a lui, quindi tanto valeva provare comunque.

    CITAZIONE
    Beh...non sono un esperto, ma forse posso aiutarti. Cosa stai cercando?

    Diede un altro colpetto di tosse, accennando un sorriso che voleva essere allo stesso tempo amichevole e di scusa per il disturbo, e si voltò quindi parzialmente, indicando lo scaffale di libri dietro di sé. «Starei cercando dei libri sulle lingue straniere, ma anche se la sezione mi sembra questa,» sopra lo scaffale campeggiava infatti una targhetta che diceva "linguistica", «sto trovando tutt'altro rispetto a quello che mi aspettavo di trovare.» Fece istintivamente una smorfia di disappunto, prima di tornare all'espressione di prima. «Ecco, io speravo di trovare una specie di... non so, di "atlante" ma per le lingue, qualcosa che avesse una breve rassegna e descrizione di tutte le lingue straniere conosciute con delle informazioni di base.» Sospirò, facendo spallucce con aria piuttosto rassegnata. «Non so neanche se una cosa del genere esista, in realtà, ma ecco, sto cercando informazioni su una lingua particolare che ho visto qualche volta ma che non so come si chiami, da dove venga, e vorrei scoprirlo.»

    Fece una breve pausa, dando un'occhiata ai libri sul tavolo, che il ragazzo stava leggendo fino a poco prima, e fece di nuovo un sorriso di scuse. «Scusami, non volevo disturbarti, se hai da fare capisco benissimo.» Fece un'altra pausa, prima di aggiungere, come se se ne fosse ricordato solo in quel momento. «Ah, a proposito, io mi chiamo Sashichi, piacere», disse, porgendogli la mano.
     
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    Quel ragazzo sembrava molto gentile nonostante la mia faccia un po' sorpresa. perlomeno era stato molto piùeducato di me, e la cosa mi diede un vago senso di colpa. Avrei fatto in modo di prenderlo come esempio cercando di essergli utile...anche se la sua richiesta era molto particolare. Stava cercando un libro sulle lingue straniere, che non era un libro ma più un atlante, il tutto per cercare informazioni su una lingua precisa che aveva visto da qualche parte ma non sapeva il nome. Era un gran bel dilemma, ma non potevo di certo fermarmi al non sapere. Se aveva chiesto a me piuttosto che alla bibliotecaria era perchè forse gli ispiravo una certa fiducia.
    Il ragazzo si presentò pochi secondi dopo, al che mi presentai pure io.

    Non ti preoccupare, non disturbi mica. Il mio nome è Nab Maru, piacere di fare la tua conoscenza

    Parlai in modo gentile e affabile stringendogli la mano, mi sembrava che anche lui come me fosse nuovo del "settore", e un po' di aiuto reciproco di certo non faceva male, per poi tornare a guardare pensieroso la sezione linguistica.

    E' una descrizione un po' vaga, tuttavia un libro del genere dovrebbe avere un certo spessore, o dovrebbe avere qualche particolarità che lo rappresenti, come l'essere più alto degli altri o avere un colore più acceso per renderlo più riconoscibile. In alternativa, se non dovremmo trovarlo qui, potremmo provare con il cambiare argomento. Magari un "opere generali", essendo un atlante o qualcosa di simile, potrebbe parlare un po' di tutto. Oppure in "storia e geografia", la storia delle lingue e dove trovarle, potrebbe avere senso. Ci saranno queste due sezioni, vero? Comunque proviamo a cercare libri meno anonimi degli altri, potremmo avere fortuna già così
     
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    Sashichi

    Strinse la mano a Nab, sorridendogli quando si presentò. La prima impressione che ebbe del ragazzo si modificò leggermente: gli era sembrato un pochino strano all'inizio, anche se non avrebbe saputo dire perché, però si stava dimostrando affabile e simpatico, anche se forse un po' impacciato. Ma forse proprio per quello ne avrebbe saputo di più sulla biblioteca? Le persone impacciate erano sempre più acculturate di quelle estroverse, no? Oddio, in effetti no, era solo uno stereotipo probabilmente.

    In ogni caso, Sashichi tornò a farsi serio quando Nab iniziò la sua spiegazione, e lo ascoltò con attenzione, annuendo un paio di volte e portando la mano al mento con fare pensoso. Non aveva tutti i torti, i suoi suggerimenti erano sensati. «Eh, in effetti hai ragione,» disse, voltandosi a guardare di nuovo gli scaffali, ora con la consapevolezza del suo consiglio. «Io ho preso libri a caso, ma se cerco un atlante di sicuro avrà un'impostazione grafica diversa, come dici tu.» Annuì di nuovo qualche volta, convincendosi sempre di più della sensatezza della supposizione. Che in realtà sarebbe stata piuttosto scontata per chiunque altro, ma Sashichi non era molto abituato a certi contesti.

    Fece scorrere lo sguardo sugli scaffali, decidendo che prima di provare nelle altre due sezioni avrebbe dato un'occhiata più consapevole a quella della linguistica, che nonostante tutto sembrava comunque la prima strada da provare. Rimase in silenzio per qualche secondo, scandagliando i dorsi dei libri, ma non sembrò avere fortuna inizialmente. «Uff, forse non esiste,» disse un po' rassegnato, accompagnando alla frase un sospiro. Ma, proprio in quel momento, qualcosa attirò la sua attenzione, e alzò lo sguardo. Nello scaffale più in alto, proprio nell'angolino, c'era un libro piuttosto spesso, dalla copertina che un tempo doveva essere stata di un rosso squillante, ma che ora era diventata quasi color sangue secco, indubbiamente per lo scolorimento dovuto all'età. «Aspetta un momento!» disse Sashichi, indicando il volume con l'indice. «Quello lì sembra un po' strano... chissà,» aggiunse, tornando pensoso.

    Lo scaffale più in alto era veramente in alto, e decisamente non raggiungibile semplicemente allungando un braccio. Sashichi si guardò intorno, e vide uno sgabello che avrebbe potuto fare al caso suo... però era dal lato opposto della biblioteca. Fece una piccola smorfia di disappunto, e per qualche istante alternò lo sguardo fra lo sgabello e il volume, pensando sul da farsi. Alla fine fece un gesto con la mano che sembrava dire "mah, fanculo", e si avvicinò al volume prescelto, mettendosi direttamente sotto di esso e guardando in alto. Si sfregò le mani per qualche istante, come in preparazione, quindi si accucciò e spiccò un salto in verticale, con un'elevazione che avrebbe fatto invidia a molti contendenti del salto in alto.

    Arrivò abbastanza in alto da poter afferrare al volo il volume, tirarlo fuori dallo scaffale e poi riatterrare per terra, di nuovo accuciandosi temporaneamente per attutire l'impatto (e il rumore, riuscendo sorprendentemente a fare il tutto nel quasi assoluto silenzio), prima di rimettersi in piedi. Con un sorriso soddisfatto, guardò il titolo del libro che aveva appena trovato. «Ehi!» disse, prima di voltarsi di nuovo verso Nab, rivolgendogli un pollicione alzato in segno di approvazione. «Questo sembra proprio fare al caso mio! Grazie mille!»

    Diede un'altra occhiata alla copertina del volume, poi lo posò sul tavolino, evidentemente con l'intenzione di sedersi di fronte a Nab per consultarlo. «Ti dispiace se mi metto qui?» gli chiese, sorridendo di nuovo. «Ah, e se posso aiutarti con qualcosa, non esitare a chiedere, eh! Devo sdebitarmi per il consiglio, senza di te avrei passato la giornata a guardare tutti i volumi ad altezza occhi, prima di trovare questo,» concluse ridacchiando.

     
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    Il ragazzo prese molo a cuore quelle che erano semplici supposizioni, tanto che si mise a ricercare con rinnovato vigore. Ci volle un po' prima di riuscire a trovare ciò che stava cercando; sulle prime sembrò non ci fossero risultati, ma poi l'occhio gli cadde su qualcosa di interessante. Prese dei libri e li mise in un punto preciso per poter prendere il volume interessato. Sorprendentemente, era esattamente ciò che egli stava cercando. A dir la verità dubitavo che esistesse un tomo del genere, ma a quanto pare mi ero sbagliato. Dopotutto, non ero un esperto di libri.

    Beh, sono contento di esserti stato d'aiuto

    Sorrisi al ragazzo, e la tensione ormai era diminuita abbastanza da non sembrare più così nervoso. Il ragazzo appoggiò il tomo sul tavolino, con l'intenzione di sedersi davanti a me. Beh, non c'era nulla di male, era una biblioteca, poteva stare dove voleva.

    No no, certo, puoi metterti dove vuoi

    Gli feci il gesto di sedersi, e una volta seduti, mi chiese se poteva aiutarmi con qualche consiglio, per sdebitarsi diceva lui. Non sapevo bene cosa chiedergli, dato che nemmeno io sapevo bene cosa stavo cercando. Con un po' di imbarazzo, gli risposi.

    Beh...ecco, a dir la verità sto solamente cercando di documentarmi. Mi è stato detto di essere un evocatore, ma io prima di entrare qui dentro non sapevo bemmeno cosa fosse, una evocazione. Non ho mai avuto una educazione di questo tipo, così...eccomi qui, a capire qualcosa di più sugli evocatori e sulle evocazioni.
     
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    Sorrise di rimando a Nab e, quando gli diede il permesso, si sedette al tavolo con lui, spostando il librone di fronte a sé in modo che fosse posizionato correttamente, pronto per essere consultato. Lo aprì con cautela — i libri, specialmente quelli non più nuovissimi, gli mettevano un po' di apprensione perché li vedeva molto delicati, e temeva sempre di romperli, strappare qualcosa o fare altri danni — e girò le pagine per arrivare all'indice, a cui iniziò a dare un'occhiata. Nel frattempo, Nab stava rispondendo alla sua domanda, e Sashichi lo ascoltò mentre scorreva con gli occhi i vari titoli. Quando lo sentì parlare di evocazioni, però, alzò lo sguardo su di lui per ascoltarlo con più attenzione.

    «Oh, quindi sei un evocatore,» disse, sfregandosi il mento con le dita con aria pensosa. «Oddio, confesso che in realtà anche io non ne so quasi nulla di evocazioni... cioè, so che esistono e li ho visti usare da molte persone, ma finita lì. Io, personalmente, non credo neanche di essere capace di evocarne uno "normalmente", figuriamoci controllarlo come sanno fare gli specialisti. Cioè, come sai fare tu,» aggiunse sorridendo. «Devi avere un gran talento, se hai scoperto di essere un evocatore senza neanche avere avuto nessun tipo di educazione o addestramento.»

    Lo guardò con un misto di ammirazione e curiosità, prima di tornare a dedicare la propria attenzione al libro che aveva davanti. Scorrere l'indice purtroppo non si era rivelato particolarmente utile, perché presentava un elenco delle lingue trattate in due ordini, alfabetico e per regione, ma Sashichi non sapeva né il nome né la regione in cui avrebbe dovuto cercare. Quindi, dopo qualche secondo di riflessione, sospirò e si decise semplicemente a sfogliare ogni pagina, una per una, dall'inizio alla fine del libro. Che era decisamente massiccio. Ma, per fortuna, per ogni lingua elencata era incluso uno specchietto con un esemplare della scrittura, quindi Sashichi si mise a sfogliare le pagine facendo attenzione soprattutto a quello, sperando di trovare quello che cercava.

     
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    Le parole di Sashichi lo misero un po' a disagio, sia perchè non comprendeva bene cosa volesse dire essere un evocatore, sia perchè non credeva di essere una persona speciale quanto una persona fortunata, sia perchè stava prendendo dei complimenti da una persona che conosceva da appena qualche minuto. Non era abityato a quelle situazioni: non era la prima volta che riceveva dei complimenti, ma un conto era una persona che faceva i complimenti ad un pescivendolo, un altro discorso era quando un Seed faceva i complimenti ad un novellino come me che non sapeva nulla di quel mondo.

    E' solo fortuna la mia, non c'è nulla di speciale o di innato, almeno secondo me. E poi non vuol dire nulla, una persona come lei ha sicuramente più esperienza e più abilità di me. A tal proposito, posso chiederle in cosa è specializzato? E' la prima volta che parlo veramente con qualcuno

    Edited by ZioJk - 2/1/2019, 12:08
     
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    Sashichi

    Ascoltò le parole di Nab, molto perplesso nel sentirsi improvvisamente dare del lei. Per un attimo si chiese anche se il ragazzo non gli avesse dato del lei sin dal principio, senza che se ne accorgesse, ma poi rifletté che, se fosse stato così, sicuramente l'avrebbe trovato strano prima, come ora. «Ti prego, non darmi del lei, non sono così vecchio,» disse ridendo, prima di riprendere il discorso. «Beh, qualcosa di speciale e innato c'è per forza, altrimenti tutti sarebbero evocatori. L'esperienza e l'addestramento sono fondamentali, ma è anche importante andare incontro ai propri talenti e sfruttarli. Ognuno ha qualcosa che gli altri non hanno, gran parte del lavoro sta nel raggiungere la consapevolezza di cosa sia questa cosa e valorizzarla, invece di sminuirla o ignorarla.»

    Fece una piccola pausa, prima di rispondere, portandosi una mano alla nuca, un po' imbarazzato dal dover parlare di sé stesso in maniera così diretta. «Io... beh, non so se posso dire di essere davvero specializzato in qualcosa, ancora. Me la cavo con le armi da fuoco, e generalmente preferisco nascondermi e cogliere di sorpresa gli avversari, piuttosto che affrontarli faccia a faccia, anche se spesso non c'è possibilità di scelta.» Fece una pausa per qualche secondo, con espressione pensierosa, come se la domanda di Nab lo avesse portato a fare delle considerazioni serie. Alla fine fece spallucce, come a volersi convincere da solo ad abbandonare il discorso, e sorrise rivolto a Nab. «In realtà è tutto piuttosto noioso e pragmatico. Purtroppo non ho la minima attitudine per nessuna forma di magia... quindi, esperienza o meno, mi suscita sempre una certa curiosità,» concluse sorridendo.

     
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    Ti prego, non darmi del lei, non sono così vecchio

    Abbozzai un affrettato "scusa" a quelle parole, ogni tanto andavo in confusione, e se mi sentivo un po' sotto pressione cominciavo a parlare in modo formale anche quando non era necessario. Avrei sicuramente perfezionato il modo di promi, ma avevo bisogno di tempo per riuscire a rivolgermi correttamente in tutte le situazioni.

    Beh, qualcosa di speciale e innato c'è per forza, altrimenti tutti sarebbero evocatori. L'esperienza e l'addestramento sono fondamentali, ma è anche importante andare incontro ai propri talenti e sfruttarli. Ognuno ha qualcosa che gli altri non hanno, gran parte del lavoro sta nel raggiungere la consapevolezza di cosa sia questa cosa e valorizzarla, invece di sminuirla o ignorarla.

    Le sue parole avevano senso logico, eppure non riuscivo a capire perchè solamente in quel particolare ambito e in una situazione tesa ero riuscito a risvegliare questo potere latente. Era forse l'effetto del Garden? C'era qualcosa che risvegliava determinati "circuiti" del cervello? Erano domande a cui non sapevo dare risposta, anche se effettivamente ero venuto in biblioteca proprio per cercarle.
    Sashichi fu imbarazzato per qualche secondo, avevo detto qualcosa di sbagliato?

    Io... beh, non so se posso dire di essere davvero specializzato in qualcosa, ancora. Me la cavo con le armi da fuoco, e generalmente preferisco nascondermi e cogliere di sorpresa gli avversari, piuttosto che affrontarli faccia a faccia, anche se spesso non c'è possibilità di scelta.

    Io non sapevo nemmeno come impugnarla, una qualsiasi arma da fuoco, ero solo abile nell'uso dei coltelli in generale, e nonostante tutto, mi sembrava che desse l'aria di chi ci sapeva fare con la sua abilità. Io di certo non sarei riuscito a fare quello che faceva lui.

    In realtà è tutto piuttosto noioso e pragmatico. Purtroppo non ho la minima attitudine per nessuna forma di magia... quindi, esperienza o meno, mi suscita sempre una certa curiosità

    Beh, abbiamo già qualcosa in comune allora, io pure non ho nessuna attitudine per la magia...a meno che non spunti all'improvviso questa mia seconda dote nascosta, magari con uno schiocco di dita.

    Schioccai le dita della mano destra in maniera non troppo rumorosa, eravamo pur sempre in biblioteca e non volevo fare troppo casino. Guardai le mie ditaper un paio di secondi, poi feci spallucce e guardai Saschichi in modo quasi divertito.

    Eh no, questa volta mi è andata male. Niente magia, solamente libri da leggere
     
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    «Beh, abbiamo già qualcosa in comune allora, io pure non ho nessuna attitudine per la magia...a meno che non spunti all'improvviso questa mia seconda dote nascosta, magari con uno schiocco di dita.»

    Fu un attimo perplesso da quelle parole, e spostò lo sguardo sulle dita di Nab, quasi aspettandosi che succedesse qualcosa.

    «Eh no, questa volta mi è andata male. Niente magia, solamente libri da leggere.»

    Scoppiò a ridere, ma fu abbastanza rapido da portarsi una mano sulla bocca prima di fare troppo rumore, e a parte il primo "ha", riuscì a sopprimere i successivi abbastanza efficacemente. Si diede un'occhiata intorno, cercando di sincerarsi di non aver fatto una figura barbina; già di suo si sentiva abbastanza poco a proprio agio in quell'ambiente, ci sarebbe mancato solo di farsi anche riconoscere. Una ragazza secca secca con gli occhiali, seduta a un tavolino poco distante, gli rivolse in effetti un'occhiata un po' fulminante, fra l'altro con dei riflessi ammirevoli, ma quando notò che il rumore era morto sul nascere, tornò a concentrarsi su quello che stava facendo. A parte lei, a Sashichi non sembrò di notare reazione da parte di qualcun altro.

    Passato qualche secondo, ma soprattutto la risata, Sashichi si tolse la mano dalla bocca e tornò a rivolgersi a Nab, sorridendo. «Non intendevo quello,» disse, sopprimendo una piccola risata di ritorno. «Parlavo di magia in senso più generico. Sicuramente è una bestemmia per chi ne capisce più di me, ma alla fine l'evocazione dei GF è una forma di magia... di forza soprannaturale... no?» Il tono della sua voce si fece sempre meno sicuro man mano che parlava, e la domanda alla fine non sembrò neanche una domanda retorica, quanto un vero dubbio che gli era venuto in quel momento.

     
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