Ricercato: Riders of the storm

Noctis Lucis Caelum, Lexmore J. Soneji, Runehise Pembroke, Jeffrey Mashida, Robert Phoenix

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    Il viaggio da Galbadia a Centra si era rivelato comodo e tranquillo, più del previsto. All’attracco del molo con il mezzo acquatico nella parte nord di Centra, li aveva accolti un furgoncino militare dell’esercito galbadiano. All’interno del mezzo chiuso, i cinque SeeD sedevano sui sedili posti frontalmente. Da un lato Noctis, Runehise e Robert, e dall’altro le reclute Jeffrey Mashida e Lexmore Soneji.
    Nella parte più vicina all’abitacolo e più in alto, si accese il monitor che mostrò il volto di Zack Siegward.

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    ” Ciao ragazzi! Scusate se non vi ho incontrati al Garden questa mattina, ma ho avuto degli impegni. Direi che possiamo comunicare tranquillamente anche in questo modo. Dunque, mmm… c’è ben poco da dire in più di quello che già sapete, in realtà. Avete letto già parte del briefing da soli. L’esercito al fronte non ha gli uomini ne il tempo per potersi permettere di fronteggiare i fuorilegge di Centra, soprattutto i gruppi più organizzati, quindi… gli diamo una mano. Una gang abbastanza fastidiosa gli sta facendo fare il “biscotto” al fronte con le forze della Strega, quindi… stanateli ed eliminateli, o costringeteli alla resa. I dettagli ve li darà l’ufficiale dell’esercito incaricato che incontrerete proprio dove vi state dirigendo ora: la frontiera. “

    Zack, in videochiamata dalla cattedra di una delle aule del Garden, attese che i ragazzi potessero assimilare le informazioni, e nel frattempo bevve un sorso del proprio caffè.

    ” Robert, sei il caposquadra. Mi rifaccio a te per il rapporto e per tutto il resto che già sai, come sempre. Ci sono domande? Posso rispondere a ben poco a riguardo, ma ci proverò. “

    Attese che i ragazzi potessero tirar fuori qualche cosa da dire, mentre il mezzo militare lasciava le tracce sulla steppa battuta del continente meridionale di frontiera.
     
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    Il viaggio verso Centra era stato molto tranquillo. Rune era contento di affrontare nuovamente una missione con Noctis, era da molto che non lo incontrava. Era meno contento di trovarsi ancora con Robert però. Non che l'evocatore fosse un pessimo compagno o una zavorra, anzi, in più occasioni si era rivelato un forte alleato su cui poter contare in battaglia grazie ai suoi Guardian Force. Semplicemente Rune non era riuscito a legarci per niente e ciò finiva inevitabilmente con l'appesantire tutti quei momenti in cui si sarebbe potuta apprezzare un po' di leggerezza.
    Gli ultimi due membri della squadra non li aveva mai visti, avrebbe atteso l'arrivo per le eventuali presentazioni, come suo solito.

    Quando il monitor si accese, Rune concentrò la sua attenzione sul volto di Zack Siegward che disse loro ciò che fondamentalmente già sapevano: c'era una gang di fuorilegge da eliminare, in un modo o nell'altro. Ma ciò che realmente catturò la sua attenzione fu il finale della comunicazione: Robert era stato di nuovo scelto come caposquadra.
    Per la seconda volta era stato preferito a lui. E per la seconda volta Rune non comprese per niente le ragioni di quella scelta.
    Avevano affrontato insieme diverse missioni in cui non c'era stata la necessità di designare un caposquadra e molto spesso era stato Rune a prendere l'iniziativa e a suggerire come procedere. Robert non possedeva un briciolo di empatia, non riusciva a stabilire alcun legame con i soldati che supervisionava. Per quale assurda ragione i loro superiori lo consideravano adatto al comando? Forse peccava di superbia e scarsa modestia, o forse non riusciva a vedere le qualità nascoste del suo compagno, ma Rune si riteneva sicuramente un capo migliore di Robert. Eppure, per la fottuta seconda volta, in una missione leggermente più importante, Robert lo aveva superato ed era stato nominato caposquadra.
    Istintivamente Rune battè il pugno sul sedile in un gesto nervoso e pieno di stizza che restò in ogni caso l'unica manifestazione del suo disappunto. Non avrebbe detto nulla per commentare quella decisione, né avrebbe fatto domande.

    Gli balenò comunque in testa l'idea di chiedere un confronto con Zack una volta rientrati dalla missione. Doveva sapere perché non era stato scelto, cosa non aveva dimostrato al Garden in tutto quel tempo, cosa gli mancava per poter diventare la figura di rilievo che aspirava ad essere.
    Non era abbastanza affidabile? Non era abbastanza forte? Non era stato un buon leader durante la missione nella quale avevano affrontato Steven Foglet? Non aveva abbastanza capelli?
    Queste e milioni di altre domande gli danzavano in testa mentre attendeva un eventuale intervento dei suoi compagni.

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    Forza Fisica: 20
    Destrezza: 20 (Mira: 13)
    Magia: 2
    Spirito: 38

    Status: Castoro.

    Talenti:
    Forza Spirituale - 1 Uso
    Estensione dello Spirito - 2 Usi

    Quantità di Entità di Attacco/Difesa: 8 entità debole, 8 entità media, 6 entità forte, 1 entità critica
    [DIFESA - - Entità ] [Totale difesa: ]
    [ATTACCO - - Entità ] [Totale attacco: ]
     
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    Era la prima volta che a Jeffrey capitava una missione con così tanta gente ad accompagnarlo. Gli piaceva la varietà, le diverse personalità delle persone, i loro stili di combattimento. Jeffrey era un uomo semplice eppure curioso ed empatico, grazie a ruolo che per lungo tempo aveva ricoperto nella comunità agricola in cui era nato. Gli era capitata gente di tutti i tipi e colori, quindi aveva una pazienza infinita. Nei limiti, era abbastanza accondiscendente, cosa che poteva risultare un grande vantaggio per i suoi alleati.

    Non era ancora diventato un Seed, ma ciò non gli importava. Non amava vantarsi dei traguardi, né ostentare le proprie capacità. Non era neanche un tipo passivo di persona. Era lì, quando ve ne era bisogno. E finchè fosse stato lì, avrebbe dato il 150% di se stesso.

    Quel giorno, salutò ogni suo compagno di missione allungando la mano e sfoggiando un cordiale sorriso. Sul furgoncino si mise seduto accanto a un ragazzo di nome Lexmore, e si accomodò piegando una gamba sull’altra e allargando le braccia, mettendosi bellamente comodo.
    Solo quella di Zack, seppur fosse apparsa solo sullo schermo, era per lui un viso conosciuto.
    Jeffrey ascoltò con attenzione le direttive, lasciando la posizione iniziale per piegarsi in avanti. Fece roteare lo zippo tra le mani, rimanendo tutto orecchie.

    Fece mente locale su chi fosse Robert, e rialzò lo sguardo fino a ricordarne il volto e collegarne il nome. Sarebbe stato lui il Caposquadra. Proprio mentre Jeffrey gli rivolse un sorriso di intesa, il ragazzo chiamato Rune sembrò non condividere la scelta di Siegward. Quel gesto sicuramente non passò inosservato, ma il sorriso di Jeffrey si spense immediatamente.

    Non sapeva le motivazioni di quella reazione, ma sperò vivamente che ciò non intaccasse il loro operato. Jeffrey era flessibile e pronto a stabilire compromessi, oltre a non essere un anticonformista. Gli andava bene tutto, anche se quel Robert fosse stato il più stronzo tra loro. Si fidava di Zack e ogni scelta da lui fatta aveva sicuramente un senso.

    Rimanendo perplesso, comunque, scosse la testa verso il professore, semplicemente per fargli capire che non aveva alcuna domanda sulla missione. Siegward aveva già fatto capire che avrebbe potuto aiutarli poco.

    Jeffrey accarezzò i revolver con entrambe le mani e le lasciò appoggiate, sentendosi più a suo agio. Sperò solo che tutto procedesse per il meglio, senza danni e senza litigi. Avrebbe fatto di tutto per farli andare d’accordo, sempre se il suo istinto gli avesse suggerito bene: c’era davvero del cattivo sangue tra di loro? Perché quella reazione?

    Non doveva diventare il suo più grande cruccio, chiaramente. Ma era anche lì per collaborare con tutti loro, quindi tanto valeva proseguire tutti nella stessa direzione, per il bene del Garden.
     
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    La nuova missione si sarebbe svolta a Centra. Il Garden era stato mobilitato per risolvere un problema che affliggeva i militari e i volontari che affrontavano gli eserciti della Strega al fronte. Un gruppo piuttosto ben organizzato di fuorilegge indeboliva con le sue scorribande le armate della ribellione. Andavano stanati e debellati.

    Era la prima volta che Robert raggiungeva il continente frontiera. Viaggiare non era tra i suoi interessi, e durante il viaggio nel mezzo militare che li avrebbe condotti a destinazione non si soffermò mai più di pochi istanti a guardare fuori dal veicolo. Non che si perdesse poi molto, quando il molo era abbastanza lontano alle loro spalle, la steppa e il terreno brullo regnavano incontrastati. La vegetazione faticava a ricrescere rigogliosa come un tempo, il Pianto Lunare aveva devastato l'ecosistema di quelle terre che forse non sarebbero mai tornate come prima.

    Zack Siegward contattò i SeeD dal monitor posto in alto vicino all'abitacolo. Aveva avuto un impegno che gli aveva impedito di incontrarli prima della partenza, almeno così si era giustificato. Riassunse brevemente l'obiettivo della missione e informò i presenti che l'ufficiale dell'esercito che presto avrebbero incontrato li avrebbe aggiornati con informazioni più dettagliate. Prima di chiedere se ci fossero domande affidò a Robert il compito di caposquadra.

    Il mezzosangue annuì senza obiettare nel sentire la sua mansione, anche se riteneva quel ruolo piuttosto seccante. Per lui era piuttosto complicato comprendere appieno lo stato d'animo altrui e mettersi nei loro panni, e quella sua incapacità influiva sulle sue possibilità di motivare il gruppo. Dall'altra parte della medaglia, però, quella stessa sociopatia gli permetteva di fare le scelte più difficile seguendo la ragione e senza essere influenzato da dogmi morali.

    Robert Phoenix: "Siamo a conoscenza di collegamenti e alleanze con le forze della Strega? Se i banditi fossero neutrali ad entrambi gli eserciti e se ci fosse la possibilità di farlo, potremmo provare a reclutarli alla nostra causa. Oltre che la libertà, offrendogli la collaborazione dell'Intelligence della Resistenza, avrebbero informazioni e bersagli, e in cambio, noi otterremmo una squadra indipendente in grado di indebolire il nemico con azioni di guerriglia. Cosa ne pensa di questa opportunità, Professore?"

    Le infinite partite giocate a Triple Triad e le svariate ore a studiare le tattiche vincenti avevano insegnato a Robert che avere in mano le carte migliori spesso non bastava per vincere. Per ottenere una vittoria schiacciante bisognava soprattutto sfruttare a proprio vantaggio ogni carta vinta. Il mezzosangue voleva applicare quella stessa strategia alla guerra contro la Strega.
     
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    Lex apre gli occhi. Il tragitto sul natante è stato anche fin troppo quieto, il silenzio ed il rollio delle onde per poco non lo hanno fatto cadere addormentato.
    Gran bella figura sarebbe stata
    Cercando di uscire dall’intorpidimento, Lex mette a fuoco i compagni di squadra che gli sono toccati: Noctis, un ragazzo il cui aspetto gli pare leggermente inquietante, Runehise un tipo calvo dall'aria seria e Jeffrey, che gli è seduto accanto.
    L’unico che conosce Robert che per qualche misteriosa ragione, lo chiama “Lexmore Lex”. Lui non si è preso la briga di correggerlo, è sempre meglio di “Soneji”.
    Ricorda che insieme hanno preso parte alla caccia a due Blinura presso le spiagge di Galbadia non troppo tempo addietro. Però, è strano, forse perché si è quasi addormentato durante il viaggio e si sente ancora intontito, ma non ricorda assolutamente com’è andata a finire. E’ come se nei suoi ricordi ci fosse una voragine buia e non è nemmeno la prima volta. Da che è entrato al Garden fa fatica a mettere in ordine le sue memorie; certo, se si concentra alla fine ci riesce ma lo sforzo a cui si sottopone è decisamente innaturale per una cosa così spontanea come ricordare.
    Ha ricondotto l’origine di questa stranezza al momento in cui gli è stato consegnato il GF Quetzal. Probabilmente è solo paranoia, ma ha sentito come se dentro di sé avesse dovuto “fare spazio” a quella nuova entità, ha percepito un’intrusione molesta nel suo cervello. Inoltre quando chiude gli occhi ha la vaga impressione di vedere delle luci in lontananza nel buio dietro le palpebre, come tuoni lontani, come quando si prova un dolore lancinante.
    Sul monitor dell’abitacolo compare il volto del professor Siegward.
    ”Ciao ragazzi! Scusate se non vi ho incontrati al Garden questa mattina, ma ho avuto degli impegni. Direi che possiamo comunicare tranquillamente anche in questo modo. Dunque, mmm… c’è ben poco da dire in più di quello che già sapete, in realtà. Avete letto già parte del briefing da soli. L’esercito al fronte non ha gli uomini ne il tempo per potersi permettere di fronteggiare i fuorilegge di Centra, soprattutto i gruppi più organizzati, quindi… gli diamo una mano. Una gang abbastanza fastidiosa gli sta facendo fare il “biscotto” al fronte con le forze della Strega, quindi… stanateli ed eliminateli, o costringeteli alla resa. I dettagli ve li darà l’ufficiale dell’esercito incaricato che incontrerete proprio dove vi state dirigendo ora: la frontiera”
    Ascoltandolo, Lex decide di non ripercorrere i ricordi di Galbadia: ha altro a cui pensare. Un leggero senso di frenesia l’attraversa quando il professore spiega che se la vedranno con una gang.
    Sarà come ai vecchi tempi
    ”Robert, sei il caposquadra. Mi rifaccio a te per il rapporto e per tutto il resto che già sai, come sempre. Ci sono domande? Posso rispondere a ben poco a riguardo, ma ci proverò “
    Si porta la borsa con la Lex Talionis sulle gambe, l'apre e contempla brevemente l'arma.
    Sia fatta giustizia pensa, leggendo le due frasi scritte sulle lame.
    Sì, oggi è un ottimo giorno per verificare quale delle due verrà assecondata

    Edited by EgoisM - 15/7/2019, 15:12
     
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    Il mezzo su cui stavano viaggiando era abbastanza comodo e si stavano dirigendo nella regione di Centra. Noctis era un po’ che non si faceva vedere in giro, sempre preso da qualche impegno fuori dal Garden, pochissimi sapevano veramente cosa stesse facendo e non tutti gli amici che si era creato in quell’ambiente.

    Era contento di rivedere delle facce conosciute come quella di Runehise mentre quella di Robert gli era praticamente indifferente, sebbene avessero lottato insieme non si era creato alcun tipo di legame. Le altre due persone invece gli sembravano nuove, forse non erano nemmeno dei Seed.
    Fu incuriosito dalla scelta del Garden di mandare due novizi con loro, era una missione abbastanza pericolosa e Noctis aveva paura che potessero essere degli intralci, poteva sbagliarsi.

    Sullo schermo comparve il volto di Zack che spiegò tutto quello che sapeva, chiedendo alla fine se vi fossero altre domande cui dare risposta.
    Prese parola Robert che era stato eletto, durante la comunicazione, caposquadra. Fu una domanda intelligente anche se sarebbe stato difficile contrattare con dei fuorilegge, non erano mercenari, probabilmente sarebbe dovuti morire ad ogni costo.
    Noctis non ebbe nessuna domanda da fare quindi rimase in silenzio, per il momento, attendendo la risposta del professore.
     
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    ” No Robert, non sappiamo con esattezza questa cosa. Sarebbe una buona idea, se fossero persone sulle quali sarebbe possibile effettivamente… ‘contare’. Spesso e volentieri questa gente è pazza da legare, e si schierano contro l’esercito perché effettivamente stare dalla parte della Strega appare più conveniente. Tra l’altro... da quando gli Zevran si sono fatti conoscere, questi gruppi fanatici spuntano come funghi. L’idea è comunque da prendere in considerazione, se la reputate attuabile. “

    Rispose così a Robert, dal momento che era l’unico ad aver posto domanda. L’idea non era male, ma era tutto da vedere. Sarebbero stati in grado di valutare una volta sul posto, la scelta migliore da fare.
    Zack notò anche il gesto di disappunto di Runehise, quando dichiarò Robert caposquadra. Non disse nulla: non era il momento per le polemiche o le discussioni, e lo stesso Rune probabilmente lo sapeva e aveva preferito limitarsi a quel gesto, probabilmente l’unica cosa che gli fosse sfuggita.

    ” Se non ci sono altre domande, chiuderei la comunicazione. “

    Avrebbe atteso che qualcun altro avesse proferito parole ancora qualche istante, poi avrebbe sorriso ai ragazzi e avrebbe chiuso la videochiamata, augurandogli buona fortuna.

    ---



    9JEPKIi
    Il viaggio non durò ancora molto, e dopo soltanto un quarto d’ora dalla chiusura della comunicazione con il professor Siegward, era facile iniziare a scorgere in lontananza uno dei campi di frontiera dell’esercito galbadiano. Una moltitudine di tende verdi, sacchi di sabbia, casse di armi e munizioni… circondavano, in quel momento, una quarantina di individui. Soldati che si allenavano, chi badava ai cavalli, chi si occupava delle comunicazioni radio all’interno di una tenda. Insomma, vi era un discreto movimento e via vai di persone.
    Dopo pochi altri minuti, il furgoncino militare con i SeeD a bordo avrebbe parcheggiato nei pressi del campo, accanto ad altri veicoli fermi. Il conducente scese dal mezzo dopo averlo spento e aprì il portellone per far scendere i ragazzi. Gli si avvicinò un altro militare.
    qT9RPtY
    ” Ok Omar, grazie! Ci penso io. “

    Gli diede una pacca sulla spalla e lo congedò. Quest’ultimo si voltò verso i SeeD e li salutò con un cenno della mano, andando a “mescolarsi” assieme agli altri compagni.
    Il tizio in uniforme nuovo arrivato si avvicinò ai ragazzi. Avrebbe teso la mano a ognuno di loro per stringergliela, e si sarebbe presentato.

    ” Primo luogotenente Steve Erickson. È sempre un piacere conoscere e lavorare con i SeeD. “

    Con un bel sorriso si sistemò il turbante sulla testa, per poi fare cenno di seguirlo verso l’interno dell’accampamento.

    ” Vi parlerò di quel poco che sappiamo dentro una tenda, saremo più comodi. “

    Si sarebbe fatto seguire all’interno di una delle tende più spaziose poste al centro dell’accampamento. Al passaggio dei SeeD del Garden di Galbadia, diversi militari si fermarono ad osservarli.
    L’interno della tenda del luogotenente appariva confortevole, oltre che più “fresco” grazie all’ombra proiettata dalla tenda stessa. Un tavolo di legno al centro con una mappa, oltre a diverse altre scartoffie tenute ferme da un paio di libri, probabilmente per via del vento. In un angolo vi era un mobiletto con una radio montata sopra, presidiata da un altro militare in uniforme che salutò i ragazzi che entravano con un cenno del capo.

    ” Sedetevi pure. “

    Steve aprì un piccolo frigo posto in un angolo della tenda, opposto a quello dove si trovava la radio per le comunicazioni, e tirò fuori alcune bottigliette d’acqua ovviamente fredde. Le poggiò sul tavolo e si sedette su una delle sedie.

    ” Dunque. Sappiamo che sono chiaramente armati a dovere… tutta roba dell’esercito, ovviamente, neanche a dirlo. Sono piuttosto bravi, i bastardi. Noi concentriamo tutta l’attenzione qui al ‘confine’, sia in termini tattici che per quanto riguarda le forze che abbiamo. Non possiamo tralasciare nulla, e non possiamo perdere assolutamente Centra, come al nord non possono perdere Trabia. Qui entrate in gioco voi. “

    Con l’indice indicò una “x” di colore blu posta a ovest di quello segnato come “accampamento”.

    ” Sappiamo anche che si trovano qui. Questo è il loro quartier generale, una sorta di rudere di qualche vecchio villaggio piuttosto piccolo. Non so come avete intenzione di agire… ma l’importante è che la smettano di fare incursioni alle carovane da campo a campo. Molto semplicemente. “

    Stappò la propria boccetta d’acqua e la portò alla bocca, bevendone un sorso appena.
     
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    L'idea di Robert di provare a reclutare i banditi che stavano causando tutti quei problemi al confine non era pessima, anzi, se si fosse potuta realizzare avrebbe portato solo vantaggi. Ma solamente lui poteva pensare che fosse effettivamente una proposta plausibile. Infatti se quei banditi avessero voluto lavorare per Galbadia si sarebbero già fatti assumere, o si sarebbero presentati al Garden chiedendo di essere arruolati. Ma non lo avevano fatto perché a loro non interessava affatto combattere per la libertà, volevano solamente farsi i cazzi loro senza rischiare di essere uccisi dagli uomini della Strega e cercando allo stesso tempo la loro protezione.
    In ogni caso, Rune non escluse a priori la possibilità che un simile scenario potesse realizzarsi. Sperare dopotutto non costava nulla.

    Una volta arrivati, il gruppo seguì il luogotenente Steve Erickson all'interno di una tenda.

    «Dunque. Sappiamo che sono chiaramente armati a dovere… tutta roba dell’esercito, ovviamente, neanche a dirlo. Sono piuttosto bravi, i bastardi. Noi concentriamo tutta l’attenzione qui al ‘confine’, sia in termini tattici che per quanto riguarda le forze che abbiamo. Non possiamo tralasciare nulla, e non possiamo perdere assolutamente Centra, come al nord non possono perdere Trabia. Qui entrate in gioco voi. Questo è il loro quartier generale, una sorta di rudere di qualche vecchio villaggio piuttosto piccolo. Non so come avete intenzione di agire… ma l’importante è che la smettano di fare incursioni alle carovane da campo a campo. Molto semplicemente.»

    "Semplice". Dovevano assaltare il campo base dei banditi ed eliminarli. Prima di poter anche solo pensare ad una strategia per attaccarli, c'era una domanda che andava fatta al luogotenente: «Di quanti uomini parliamo? E sa dirci qualcosa di più di questo rudere? Cose come dimensioni, numero di accessi, coperture...»

    Chiese Rune prendendo la parola per primo. Non aggiunse altro, attendendo che i suoi compagni parlassero a loro volta oppure che Steve Erickson rispondesse alla sua domanda.

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    “” No Robert, non sappiamo con esattezza questa cosa. Sarebbe una buona idea, se fossero persone sulle quali sarebbe possibile effettivamente… ‘contare’. Spesso e volentieri questa gente è pazza da legare, e si schierano contro l’esercito perché effettivamente stare dalla parte della Strega appare più conveniente. Tra l’altro... da quando gli Zevran si sono fatti conoscere, questi gruppi fanatici spuntano come funghi. L’idea è comunque da prendere in considerazione, se la reputate attuabile. “


    “Se la reputate affidabile…” ripetè inconsapevolmente Jeffrey a bassa voce, annuendo con la testa e osservando intensamente lo zippo.
    Era ovvio che approvasse la proposta di Robert, e glielo fece intendere direzionando verso il ragazzo un suo cenno di approvazione col capo.

    Quando quel viaggio finì, il caldo di Centra si fece sentire con forza. Jeffrey scese dal mezzo, allentando il foulard rosso che gli cingeva il collo.

    Si ritrovarono nel bel mezzo di un accampamento ben allestito, pieno di uomini e di armi. Le loro voci provenivano da tutte le direzioni, e fu istintivo per Mashida guardarsi intorno, andando con lo sguardo oltre l’accampamento, come se volesse sincerarsi dell’effettiva assenza di “pericoli”.

    ” Ok Omar, grazie! Ci penso io. “


    La sua attenzione venne catturata da un’altra voce, più distinta e vicina. Apparteneva a Steve Erickson, che tese la mano verso Jeffrey e i suoi compagni, presentandosi cordialmente a loro. Dal suo tono, tuttavia, potè evincere una certa autorità, oltre a una inamovibile determinazione. D’altronde, si era presentato come luogotenente, quindi di sicuro sapeva il fatto suo.

    Li portò verso una tenda sicuramente più fresca e comoda della terra, della sabbia e del sole cocente. Ignorante come era, si era già messo a sedere ancor prima che Steve li invitasse a farlo. Aveva già piantato gli occhi sulla mappa, strizzandoli per osservarla in ogni suo dettaglio.
    Il luogotentente li informò della presenza di un accampamento e, prima che Jeffrey potesse dire la sua, Runehise con tono ovvio –e pienamente condiviso da Mashida- suggerì di dirigersi verso quel luogo.
    Lasciò che ponesse le sue domande, e poi Jeffrey fece altrettanto. Aveva ancora in mente le parole di Zack ma, essendo ormai fuori dal Garden e dovendo tener conto anche di quegli uomini –oltre che Erickson stesso-, chiese quindi:

    “Vi è la possibilità che possano interessarvi…vivi? Certo, non abbiamo il modo di portarli tutti qui…” sospirò brevemente, scuotendo la testa, senza smettere di fissare la mappa. “…ma se vi è qualche elemento in particolare che vi interessa, potremmo risparmarlo e… lasciarlo a voi.”

    C'era una decisa nota di bontà e comprensione dietro quella faccia da schiaffi e il suo sorriso spavaldo. Rimanendo serio ma leggermente preoccupato, Jeffrey fece chiaramente intendere come uccidere non fosse la sua priorità: se avesse potuto, li avrebbe risparmiati tutti, anche se questa sua fiducia nel genere umano un giorno lo avrebbe castigato sicuramente. Aveva ben capito le parole di Zack e di Erickson: fanatici e ladri di carovane. Erano feccia, insomma, e lo sapeva bene.
    Ma erano pur sempre uomini.
    E Jeffrey ne aveva visti tanti di uomini, morire.
    Non gli piaceva, non gli piaceva affatto.
    Lui era un uomo che voleva la pace, sempre propenso ai minimi danni, alle minime morti.
     
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    Zack rispose a Robert che probabilmente sarebbe stato impossibile far passare dalla loro parte i guerriglieri e che bisognava eliminarli. Tutto poteva succedere, si poteva comunque tentare un approccio.

    I ragazzi dopo un breve tragitto, finita la comunicazione con il professore, arrivarono a destinazione. Il campo degli alleati era grande, lo si poteva notare dalla quantità di tende sparse.
    La prima persona che si presentò ai ragazzi fu un certo Steve Erickson, luogotenente. Noctis salutò con il segno militare e si fece guidare attraverso il campo fino alla tenda.
    Un luogo più appartato e meno al sole li aspettava, sebbene non si morisse di caldo era meglio rimanere al fresco.

    Si trovarono all’interno di una delle tende più grandi dell’intero accampamento, era molto fresca.
    Sembrava molto confortevole, tanto che in un angolo avevano un piccolo frigorifero da dove Erickson tirò fuori delle bottigliette d’acqua che distribuì ai Seed.
    Noctis la prese e ne bevve un quarto tutto d’un fiato dissetandosi. Il ragazzo attese che gli altri facessero le loro domande e poi prese la parola lui.

    “È solo un edificio o fa parte di un complesso? Altra cosa. Deduco che sono forniti di mezzi per muoversi, ma quali?”



    Attese poi una risposta, bevendo un altro sorso d’acqua e rilassandosi sulla sedia.
     
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    Il campo di frontiera dell'esercito sembra uscito da uno di quei romanzi d'avventura che Lex leggeva nell'infanzia. Malgrado il caldo torrido, umido e sfibrante, non può fare a meno di trovare il posto molto pittoresco. Gli ricorda molto il contatto con la natura, luoghi come quello ricordano all'uomo quanto ostile sia il mondo che li circonda, paesaggi che sembrano voler dire "qui non puoi sopravvivere. Non sei il benvenuto".
    Respira a pieni polmoni, sorridendo.
    Lex disprezza la natura.
    Al gruppo inviato dal Garden si fa avanti il luogotenente Erickson, stringe la mano ad ognuno di loro e li invita in una tenda. All'interno sembra essere stato allestito un "centro di comando" con una grande mappa posta su di un tavolo centrale e diverse sedie tutte attorno. Mentre prende posto, Lex non può fare a meno di trattenere una smorfia compiaciuta.
    E sono posti come questo, quelli artificiali, invece, che sollevano il medio contro la natura per risponderle: fottiti, troia. Io faccio quello che voglio, per quanto ostile tu possa essere troverò sempre un modo di fregarti
    Erickson offre al gruppo alcune bottiglie d'acqua fresca, che Lex accetta di buon grado, poi passa ad elencare loro tutte le informazioni necessarie. Banditi armati con attrezzatura dell'esercito, attaccano le carovane, hanno una base presso un rudere. Non sembrano nulla di eccezionale.
    «Di quanti uomini parliamo? E sa dirci qualcosa di più di questo rudere? Cose come dimensioni, numero di accessi, coperture...»
    Domanda Runehise.
    “Vi è la possibilità che possano interessarvi…vivi? Certo, non abbiamo il modo di portarli tutti qui…ma se vi è qualche elemento in particolare che vi interessa, potremmo risparmiarlo e… lasciarlo a voi.”
    E questo invece è Jeffrey. Strana domanda, pensa Lex, sembra quasi che stia suggerendo di catturare dei banditi vivi per farli torturare.
    “È solo un edificio o fa parte di un complesso? Altra cosa. Deduco che sono forniti di mezzi per muoversi, ma quali?”
    Altro quesito importante, stavolta proveniente da Noctis.
    E' tutta gente che sa il fatto proprio, è un piacere vederli concentrati sullo stabilire come procedere.
    Robert ha suggerito l'idea di reclutare i banditi. Lex lo ritiene poco probabile: le persone che contano sul furto e la violenza per sopravvivere non sono affidabili. E' convinto che chi sceglie quello stile di vita non sia propenso a scendere a compromessi, ma magari si tratta di uomini spinti dalla disperazione, difficile da stabilire. Tuttavia è propenso a credere che sarebbe più semplice incanalare le loro forze verso gli interessi del Garden piuttosto che proporgli un vero e proprio accordo. Tutto sta i quali vantaggi si offrono e quali si ricevono, la natura umana è questa.
    Qualità della vita, non conta niente altro
    Gli si potrebbe tendere una trappola
    Senza rendersene conto, Lex ha iniziato a ragionare a voce alta.
    Se ci rechiamo noi nella tana del leone partiamo svantaggiati: è il loro territorio. Ma se - chessò - adescassimo alcuni di loro con una carovana potremmo prendere degli ostaggi e costringerli a trattare
    Ringrazia il cielo da non essere stato così avventato da proporre la sua prima idea.
    Una carovana con una bomba? Esagerato, perfino per uno come te
    E' un'idea comunque rischiosa la cui efficacia dipende da fattori decisamente troppo vaghi. Ma anche se è l'ultima ruota del carro ha voluto dire la sua. E' una fortuna che l'onere della decisione non spetti a lui.
    Lex è un fermo sostenitore del non ortodosso. Per lui è un articolo di fede che la teoria più bizzarra possa rivelarsi esatta, che il piano più folle possa avere successo là dove progetti più sensati hanno fallito e addirittura che lo stile di vita meno convenzionale sia il più felice, benché la direzione nella quale ha condotto la sua esistenza non gli abbia mai regalato tanta fortuna.
     
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    La proposta di Robert trovò l'appoggio del professor Siegward, ma precisò che sarebbe stata difficile attuabile e che avrebbero dovuto prenderla in considerazione qualora, una volta sul posto, l'avessero valutata come la scelta migliore da fare. Il mezzosangue annuì e si limitò ad ascoltare il resto della videochiamata.

    Quando il guidatore posteggiò il veicolo nei pressi del campo il primo luogotenente Steve Erickson era lì ad aspettarli. Con modi educati e amichevoli salutò gli ospiti, si presentò e chiese ai SeeD a seguirlo. In quel breve tragitto Robert ebbe modo di farsi un idea di quel campo di frontiera dell'esercito galbadiano. Sembrava accogliere poco meno di una cinquantina di uomini.

    Quando raggiunsero la sua tenda il luogotenente invitò i presenti a sedersi accanto ad un tavolo di legno al centro con una mappa. Prima di sedersi anche lui, tirò fuori da un piccolo frigorifero alcune bottigliette d’acqua e le poggiò sul tavolo per poi riprendere a parlare spiegando i dettagli della missione. Sulla mappa era ben visibile una croce blu a ovest dell'accampamento. Il segno indicava li quartier generale dei fuorilegge presso i ruderi di quello che un tempo era un piccolo villaggio.

    Mentre Runehise poneva le sue domande sul numero dei fuorilegge e sulla struttura del rudere, l'evocatore alato osservava la mappa e, per quanto la cartografia non fosse una delle sue capacità più allenate, cercava di capirci qualcosa.

    A differenza degli interessanti interrogativi del guerriero spirituale il quesito di Jeffrey Mashida alle orecchie del mezzo feilar sembrava piuttosto insignificante. Le domande volte alla riuscita della missione ripresero quando Noctis, dopo aver approfittato di una bottiglietta d'acqua, chiede ulteriori informazioni sulla base nemica e sui loro eventuali mezzi di trasporto.

    Quando Lex prese la parola invece di fare domande ipotizzò una linea d'azione. Un attacco contro il loro quartiere generale gli sembrava uno svantaggio e tendere una trappola con una carovana avrebbe permesso di catturare qualche ostaggio.

    Robert Phoenix: "Attirarli in trappola usando una carovana come esca e prenderli in ostaggio per trattare un accordo? Potrebbe funzionare, ma non abbiamo alcuna certezza di essere attaccati. Se poi fosse l'intera banda a tentare l'assalto, oltre a rendere inutile catturarli per una trattativa, dovremmo affrontarli in un territorio dove presumibilmente avranno un vantaggio tattico."

    Troppe incognite, quel piano non lo convinceva appieno. Era un giocatore, non uno scommettitore, per lui era una follia affidarsi al caso e confidare che ogni tassello si incastonasse perfettamente dove avrebbe dovuto. Lo allettava però l'idea di ridurre il numero di avversari intercettando una piccola parte dei banditi catturandoli prima di una offensiva decisiva.

    Robert Phoenix: "Luogotenente Erickson può indicarci sulla mappa dove sono avvenute le singole incursioni? È presumibile che ci sia qualcuno di vedetta lungo il percorso a monitorare veicoli in movimento che possa avvisare il resto del gruppo. Sapere dove i convogli sono stati intercettati ci permetterà di ipotizzare possibili punti di osservazione ed escluderne altri."

    Attraverso i punti segnalati dall'ufficiale sarebbe stato possibile tracciare un percorso che, anche se più lentamente, li avrebbe comunque condotti all'accampamento nemico e che, allo stesso tempo, avrebbe permesso di intercettare possibili sentinelle. In questo modo sarebbe stato possibile raggiungere la meta finale senza essere individuati e, nella migliore delle ipotesi, anche con qualche ostaggio.
     
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    " Parlato di altri "

    RUNEHISE - ” Di quanti uomini parliamo? E sa dirci qualcosa di più di questo rudere? Cose come dimensioni, numero di accessi, coperture...”

    ” Attualmente il loro numero dovrebbe aggirarsi attorno ai sette, otto elementi. A meno che non abbiano infoltito i ranghi ultimamente. Il rudere fa parte di un vecchio villaggio risalente a prima dell’ultimo Pianto Lunare, roba vecchiotta e lasciata a se stessa. “

    JEFFREY - “Vi è la possibilità che possano interessarvi…vivi? Certo, non abbiamo il modo di portarli tutti qui… ma se vi è qualche elemento in particolare che vi interessa, potremmo risparmarlo e… lasciarlo a voi.”

    ” In realtà no. Scegliete pure da soli come volete portare a termine la questione. Se preferite tenerli vivi e portarli qui come prigionieri… siete liberi di farlo. Al resto ci penseremmo eventualmente noi. “

    NOCTIS - “È solo un edificio o fa parte di un complesso? Altra cosa. Deduco che sono forniti di mezzi per muoversi, ma quali?”

    ” Si tratta di più edifici ormai vecchi, in disuso e praticamente mezzi distrutti. Si sono stabiliti lì. La prima volta che ci hanno assaliti avevano dei cavalli, mentre la seconda un mezzo militare rubato. “

    LEXMORE - “Gli si potrebbe tendere una trappola. Se ci rechiamo noi nella tana del leone partiamo svantaggiati: è il loro territorio. Ma se - chessò - adescassimo alcuni di loro con una carovana potremmo prendere degli ostaggi e costringerli a trattare”

    ” L’idea è fattibile. Potremmo fornirvi soltanto di due veicoli, ma se optate per questo… potremmo ‘vestirli a dovere’ come fossero una piccola carovana in viaggio. “

    ROBERT - “Attirarli in trappola usando una carovana come esca e prenderli in ostaggio per trattare un accordo? Potrebbe funzionare, ma non abbiamo alcuna certezza di essere attaccati. Se poi fosse l'intera banda a tentare l'assalto, oltre a rendere inutile catturarli per una trattativa, dovremmo affrontarli in un territorio dove presumibilmente avranno un vantaggio tattico. Luogotenente Erickson può indicarci sulla mappa dove sono avvenute le singole incursioni? È presumibile che ci sia qualcuno di vedetta lungo il percorso a monitorare veicoli in movimento che possa avvisare il resto del gruppo. Sapere dove i convogli sono stati intercettati ci permetterà di ipotizzare possibili punti di osservazione ed escluderne altri. “

    ” Mmmh… “

    Il luogotenente prese un pennarello rosso, diede un’occhiata al volo ad un’altra mappa molto simile ma ben più scarabocchiata appesa vicino ad un lato della tenda, e poi segnò due X: una a sud e un’altra a sud est, entrambe rispetto al rudere presidiato dai fuorilegge.

    ” Qui è dove siamo stati attaccati. A una decina di chilometri ancora più a sud c’è un altro nostro accampamento, e queste due X non sono altro che sul percorso fatto per viaggiare fino a quello. “

    Poggiò il pennarello sulla mappa e incrociò le braccia davanti al petto, non prima di essersi tolto il cappello ed essersi passato una mano tra i capelli.

    ” Avete altre domande? Ovviamente vi verranno forniti acqua, kit di pronto soccorso e bussole per orientarvi. Non dovreste perdervi, in questi punti la strada è abbastanza battuta. “

    Edited by Sanji89 - 26/7/2019, 16:26
     
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    Jeffrey si ritrovò a fissare il soffitto della tenda, pensieroso. Aveva appena finito di ascoltare tutti i botta e risposta tra Erickson e i suoi compagni. Non si preoccupò per la risposta alla domanda che Mashida stesso aveva posto poco prima: quello che udì bastava per capire che non erano assetati di sangue. Avevano lasciato completamente carta bianca a coloro che provenivano dal ridente Garden. Certo, Erickson aveva davanti a sé non una ma ben cinque teste. Cinque cervelli che, molto probabilmente, stavano maturando in quel momento idee decisamente diverse.

    Jeffrey, inizialmente, reputò sensata la proposta di Lexmore. Ma qualcosa non bastava al Caposquadra, il quale era convinto che le zone in cui erano state attaccate le carovane fossero altrettanto pericolose anche per loro, ipotizzando addirittura che perfino quella parte di mappa appartenesse a quegli uomini.

    “Nah, non penso.” disse con tono tranquillo, schiarendosi la voce.

    “Tecnicamente questi sono dei “non-luoghi”, Robert. Zone di passaggio, di frontiera. Non appartengono a nessuno, in realtà.”


    Riabbassò la testa e si curvò nuovamente con la schiena, osservando la mappa.

    “Credo che Lexmore abbia ragione e che, con un po’ di ingegno, si possa fare.”


    Portò la mano sul mento, assottigliando gli occhi per concentrarsi meglio. Ma non durò molto: li sgranò quasi subito, colto da una illuminazione.

    “Di sicuro non si aspettano dei SeeD con due palle così, no?”


    Alzò le spalle, guardando i suoi interlocutori.

    “Loro infatti si aspetteranno uomini ingenui, dei poveri malcapitati in trappola. Non importa quanti uomini ci faranno visita o quanto tempo dovremo aspettare per vederli arrivare. Sentito quello che ha detto Erickson? Siamo equipaggiati. E siamo armati, aggiungo io.”


    Sicuramente aveva due palle così Mashida stesso, visto che non era ancora un Seed. Ma lui era uno di quei tipi che si fidava abbastanza dei suoi compagni. Non si sentiva solo: la squadra valeva tutto.

    “Ah, e ovviamente…” alzò le mani “mi rimetto alla decisione finale del Caposquadra. Qualsiasi cosa andrà bene. …Posso fumare?”

    Avrebbe chiesto poi a Erickson, mimandone il gesto con le due dita chiuse davanti alla bocca.
     
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    Rune ascoltò con interesse gli interventi dei suoi colleghi e le risposte date dal luogotenente.
    Jeffrey chiese se fosse necessario o meno uccidere i banditi; Noctis chiese di quali mezzi fossero dotati; Lexmore propose di tendere loro una trappola.
    Proprio su quest'ultima proposta intervennero Robert e successivamente Jeffrey: il primo trovando che fosse una tattica rischiosa, il secondo per dire che secondo lui era una proposta attuabile.
    Rune scosse la testa mentre la recluta dava ragione all'altra recluta. Per quanto non gli facesse piacere, sentiva di dover dare ragione a Robert in quell'occasione. Tendere una trappola a chi lo faceva di mestiere poteva rivelarsi una mossa suicida. Troppe cose sarebbero potute andare storte se il gruppo avesse seguito il consiglio di Lexmore: avrebbero potuto essere assaliti dall'intera banda, proprio come aveva ipotizzato Robert, o magari sarebbero riusciti a catturarne qualcuno ma nel frattempo tutti gli altri si sarebbero allarmati, e ciò avrebbe reso più difficile un successivo assalto alla loro base.

    Jeffrey fece una piccola pausa dopo il suo intervento in cui mutò espressione, come se si stesse concentrando, poi ruppe il breve momento di silenzio continuando a dare man forte all'idea della trappola: «Di sicuro non si aspettano dei SeeD con due palle così, no? Loro infatti si aspetteranno uomini ingenui, dei poveri malcapitati in trappola. Non importa quanti uomini ci faranno visita o quanto tempo dovremo aspettare per vederli arrivare. Sentito quello che ha detto Erickson? Siamo equipaggiati. E siamo armati, aggiungo io.

    SeeD con "due palle così"? Ma era questo il modo di rivolgersi ad un superiore e alla squadra durante un briefing? L'intervento di Mashida irritò Rune notevolmente, oltre che per i modi, per i contenuti. Non sembrava vedere al di là del proprio naso, non prendeva neanche in considerazione i rischi che una tale operazione potevano comportare.

    «Ah, e ovviamente… mi rimetto alla decisione finale del Caposquadra. Qualsiasi cosa andrà bene... posso fumare?»

    Quella fu la proverbiale goccia che fa traboccare il vaso e che garantì a Jeffrey Mashida un bel posto nel suo personalissimo "Libro dei rancori", superando in un colpo solo il ladro di parmigiana della mensa e quel tipo strambo che si era preso un po' troppa confidenza con Kim.

    «Gradirei che non fumassi vicino a me. Grazie.» Disse Rune senza lasciar trapelare dal tono quanto fosse stizzito dal suo atteggiamento eccessivamente lasso.

    «Sono d'accordo con Robert, per me cercare di tendere loro una trappola è un rischio troppo grande. Non sappiamo in quanti ci attaccheranno, se e quando lo faranno. Corriamo il rischio di subire un assalto e ritrovarci in grave inferiorità numerica, e non dobbiamo comunque dimenticare che tra di noi ci sono due reclute con poca esperienza sul campo. Se invece non ci attaccassero tutti, rischieremmo di mettere in allarme coloro che saranno rimasti nella base, rendendoci la vita abbastanza difficile nel momento in cui proveremo a stanarli e a chiudere i conti in via definitiva.
    Considerando le nostre capacità, la cosa migliore da fare, secondo me, è preparare un assalto al loro campo base con lo scopo di rendere inoffensivo il maggior numero di banditi nel più breve tempo possibile e senza farci scoprire. Così, nell'eventualità che ci scoprano e che ci tocchi affrontare una battaglia, non rischieremmo di trovarci in una spiacevole situazione di inferiorità numerica.
    Non sanno che siamo qui, e se non glielo faremo sapere noi potremo sfruttare l'elemento sorpresa e non dare loro il tempo di prepararsi al nostro arrivo.
    »

    Disse concludendo il suo intervento. Sperò vivamente che Robert rimanesse fermo nelle sue idee ed attese che anche gli altri dicessero la loro sulla questione.

    CITAZIONE
    Parlato
    Pensato
    Parlato di altri [Colorato]
    *Effetti ambientali, sonori, ecc...*

    Runehise
    Parametri:
    Forza Fisica: 20
    Destrezza: 20 (Mira: 13)
    Magia: 2
    Spirito: 38

    Status://

    Talenti:
    Forza Spirituale - 1 Uso
    Estensione dello Spirito - 2 Usi

    Quantità di Entità di Attacco/Difesa: 8 entità debole, 8 entità media, 6 entità forte, 1 entità critica
    [DIFESA - - Entità ] [Totale difesa: ]
    [ATTACCO - - Entità ] [Totale attacco: ]
     
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