Caligine

Role libera

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    Ha passato le ultime quattro, cinque notti molto turbate, ha delle leggere occhiaie a dimostrarlo. Ogni volta che chiude gli occhi vede quelle luci in lontananza dietro le palpebre, simili a lampi lontani. Sa che dipende da quella cosa che gli è stata inculcata nel cervello, quell'entità di natura terrificante che si è presa a forza spazio nei suoi pensieri. Lo sa, è quella che lo sta confondendo così tanto, che gli incasina i pensieri. E già normalmente ha ottime ragioni per avere pensieri incasinati, oggi in particolar modo.
    Ha bisogno di distrarsi.
    Lexmore Soneji, cammina per il giardino del Garden, sorreggendo con il braccio destro un grosso pacco arrivatogli da Dollet e nella sinistra stringe il biglietto che lo accompagnava, assieme al suo blocco per gli appunti. Indossa un comodo blazer grigio, abbinato ai pantaloni eleganti ed una camicia entrambi neri. Si rende conto apparire eccessivamente azzimato, il suo aspetto è adatto all'ambiente del Garden come una smerigliatrice in un asilo, ma tutto il resto del suo striminzito guardaroba è in una lavanderia di Deling City, non gli resta altro. Ha indossato quel completo solo un’altra volta, quando aveva fatto il colloquio di lavoro per farsi assumere nel Junk Shop di Timer di proprietà dei coniugi Lachlan e perfino allora era parso troppo elegante per la circostanza.
    Lex tuttavia non è troppo preoccupato dell’impressione che può dare, con quell'abbigliamento si sente dotato di un certo aplomb, anche se in realtà assomiglia più ad un venditore porta a porta con un nuovo aspirapolvere mi-ra-co-lo-so.
    Si muove con passo lento ma deciso, le spalle indietro, il petto leggermente in fuori, ma non da l’impressione di voler attirare l’attenzione su di sé, è semplicemente naturale e non dà peso a ciò che pensano gli altri.
    Sceglie la prima panchina libera che vede, sopra c'è solo una copia di quella rivistaccia, "Occult Fan". Per quel che la conosce si tratta di un suppurato ammasso di citrullaggini paranoiche. Le adora. La pagina rimasta aperta tratta un articolo sul lago Obel, nei dintorni di Timber; una creatura serpentiforme, descritta da “testimoni oculari” come un’enorme squalo folletto dalla bocca di scorpione. C’è stato un tempo dove storie del genere potevano solleticare la sua fantasia per mesi, ma negli anni il cinismo ha prevalso, la ragione ha ucciso i sogni.
    Viviamo comunque in un mondo dove una persona può sparare palle di fuoco dalle mani, potrebbe esserci di peggio no?
    Sposta la rivista e si siede, poggiando con cura il pacco, apre quindi il piccolo biglietto.

    Stai mettendo ordine nella tua vita. Siamo fieri di te. Ti abbiamo comperato un...

    Smette di leggere.
    Estrae l'accendino e brucia il foglietto, lo guarda contorcersi e consumarsi, lo lascia solo quando la fiamma gli impedisce di tenerlo tra le dita e la cenere cade a terra, scomparendo. Una parte di lui vorrebbe evitare anche di aprire il pacco, ma una sorta di distorta curiosità dissipa la sua indecisione. All'interno c'è un piccolo vaso con decorazioni pacchiane con una Wisteria bonsai, il colore violaceo delle foglie gli provoca un moto di repulsione. Lo estrae e lo guarda per alcuni minuti: ignora come abbiano fatto a sapere che gli piacciono, lui di certo non ne ha mai fatto parola. Lo sguardo è disgustato, ma sa ugualmente che lo terrà; è come se loro fossero lì con lui, lo vedessero, e non vuole dargli nemmeno quella piccola soddisfazione.
    Capricciosa piccola testa di cazzo
    Posa il vaso sulla panchina, si accende una sigaretta ed inizia a leggere con attenzione i fogli che ha in mano. In realtà li ha già esaminati qualche volta e ha pure appuntato alcune osservazioni ma ora vuole fare ordine su quanto vi è scritto e le sue impressioni. Nel Garden ci sono ancora molti studenti che ne parlano, era inevitabile che anche Lex ne venisse a conoscenza, ha raccolto meticolosamente informazioni, facendo un’attenta cernita tra stupide voci di corridoio e dati certi. Ha una teoria in merito, un pensiero che lo assilla. La sua esperienza è maturata negli anni dell’adolescenza spesi tra gang di ragazzini; certo, è assurdo paragonare un conflitto di natura militare con quelli dei piccoli clan di Dollet, tuttavia tutte gli scontri tra gruppi eterogenei si somigliano in qualche modo e seguono le medesime regole.
    Rilegge le frasi sul primo foglio per l'ennesima volta, prestando una maniacale attenzione ad ogni sillaba. Si tratta di una trascrizione del messaggio che, tempo fa, il gruppo noto come Zevran ha inviato al Garden.

    "Ciao Garden. Ciao Gabriel.
    Complimenti: i vostri sistemi di sicurezza non sono per nulla facili da superare, ma… con qualche sforzo in più, come potete vedere, anche questo ci è possibile.
    Noi siamo Zevran. E vi accorgerete prima di quanto immaginate di che cosa sia in nostro potere. Con i mezzi a noi conferiti da Sua Altezza la Strega, l’unica vera ed eterna regina di questa terra e di ogni tempo, siamo pronti a spazzare via l’ultima resistenza, pezzo dopo pezzo, a favore della nuova realtà.
    Ma sappiamo essere molto diplomatici, ed abbiamo pieno potere decisionale sulla questione. Sciogliete la resistenza, Gabriel. Abbandonate le frontiere, arrendetevi ed abbracciate la nuova era di questo mondo, e voi e tutti i vostri SeeD sarete risparmiati.
    Cos’è la morte per una causa futile e flebile come la luce di un fiammifero, di fronte all’onore di prender parte al nuovo ordine reale?
    Fate la vostra scelta, Gabriel. O noi faremo la nostra."


    Istintivamente, per qualche motivo che non riuscirebbe a cogliere nemmeno se si sforzasse, Lex sorride. Forse è perché quest'analisi lo distrae dal bonsai, da quel bigliettino e dalle visioni di quei fulmini che tormentano il suo sonno, oppure è quel vago senso di sfida a stuzzicarlo. Non è certo di aver realmente appreso abbastanza in merito per poter fare una stima del messaggio degli Zevran, anzi è piuttosto presuntuoso da parte sua, inoltre quelli sono già passati dalle minacce ai fatti a quanto ha sentito. E’ potenzialmente inutile stare lì a cercare di raccogliere indizi analizzando il loro modo di esprimersi in una comunicazione di quasi un anno addietro, ma tentare non può essere poi un male così grande. Oltretutto è un passatempo preferibile a tutti gli altri: per oggi si è già allenato e non ha voglia di stare chiuso in stanza ad occuparsi di quella stupida pianta, preferisce stare all'esterno a macinare una sigaretta dopo l’altra, in una delle rare occasioni in cui ne ha di proprie.
    Aspira avidamente il fumo, stringendo il filtro tra le dita. Quindi apre il suo blocco degli appunti.
    Inizia a scrivere.

    Edited by EgoisM - 30/10/2020, 22:13
     
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    Motivazione, intento e scelta dell’obiettivo.
    Sono quelli i tre capisaldi che suo zio, l’imbecille, gli ha insegnato a tenere in considerazione quando si riceve un certo tipo di minaccia. Certo, da parte sua Lex deve ammettere di non essere stato meno imbecille di lui sulle prime; ad una prima lettura ha frainteso il nome del gruppo: ZeRVan anziché ZeVRan. La sua mente è subito partita ad elucubrare possibili riferimenti alla parola “Zurvan”, collegata al concetto del tempo. Per un po’ si è perfino sentito arguto ad aver avuto una così brillante intuizione, proprio per questo è stato demoralizzante capire il quid pro quo e rendersi conto di quanto ridicolo potesse essere stato. Quantomeno c’è arrivato da solo, sarebbe stato imbarazzante ricevere quella correzione da altri.
    Per un momento s’immagina davanti alla commissione del Garden mentre inizia un pomposo discorso: Zervan, il collegamento con il “tempo”, magari con tanto di presentazione multimediale con grafici a torta e affini. Non osa nemmeno immaginare la magra figura di venir corretto sin dalla prime battute su di un grossolano errore di comprensione, gettando – senza giri di parole – a puttane tutte le sue teorie.
    E’ il caso di procedere con più metodo. E umiltà.
    Il messaggio si rivolge al Preside con studiata tracotanza. Lo chiamano per nome, senza dimostrare alcuna deferenza, si considerano pari, se non superiori, a lui.
    Certo, sarebbe difficile provare a minacciare dimostrandosi timorosi dell’avversario, ti pare?
    Non serve un genio per capire l’intento degli Zevran: dimostrare sicurezza, loro hanno l’assoluto controllo. Si considerano così superiori al personale del Garden al punto da rivolgersi al grande capo senza alcun riguardo, non potrebbe essere altrimenti: la loro strategia è imporre una volontà, non chiedere un favore.

    La motivazione in una minaccia può essere emotiva o pratica: gli autori lo fanno per attirare l’attenzione o perché effettivamente vogliono qualcosa?
    Generalmente quelli con un intento pratico vorrebbero ottenere il proprio obiettivo solamente con la minaccia, senza dover passare alla parte umida, mentre quelli emotivi preferiscono uccidere. Il messaggio degli Zevran è scenico, non aveva (almeno in principio) nessuno scopo pratico. Non contavano nemmeno minimamente che il Garden potesse piegarsi alla loro richiesta davanti a quelle parole, lo scopo era evidentemente diverso: provocare e rivendicare. L’attacco ai danni del Garden era inevitabile, serviva una manifestazione di forza per poter essere presi sul serio, il solo aver superato i sistemi di sicurezza informatica non era sufficiente. Quella era, in summa, una rivendicazione retroattiva dell’attentato al Garden. Un’avvisaglia.
    Questo potrebbe significare che avessero pianificato l’attacco prima di inviare quel messaggio, sapevano certamente che le contromisure informatiche si sarebbero irrigidite dopo la loro iniziativa, non sarebbero – probabilmente – stati in grado di farlo di nuovo, quindi dovevano avere la certezza di riuscire a colpire il nemico e per farlo conoscere il Garden sarebbe stato loro incredibilmente d'aiuto.

    L’intento è di natura politica, criminale oppure è follia. A prima vista Lex direbbe che si tratta dell’ideale politico.
    Sono di Galbadia pensa .
    O almeno alcuni di loro. Non sa perché ma fin’ora se li è immaginati come una sorta di corpo para-militare non direttamente correlato a Eshtar, per le informazioni raccolte pare che indossassero le uniformi di Galbadia durante una missione di alcuni SeeD a Balam. In un primo momento erano sembrati un gruppo di sgherri di bassa lega, poco organizzati e dagli intenti nebulosi. Di quelli che desiderano solo esercitare un po’ di violenza per il gusto di farlo, il genere di moccioso con la cresta e una bandana sul volto che scrive con la bomboletta Fuck the system sulla vetrina di un fast-food e alza il dito medio contro i celerini, per capirsi.
    E invece erano molto, molto più organizzati del previsto. E ben equipaggiati.
    La prima frase è una manifestazione di dominio: ammettono che i sistemi di sicurezza fossero notevoli, ma solo per dimostrare la propria scaltrezza nel superarli.
    ANCHE questo ci è possibile legge. Già mettevano le mani avanti. Erano consci di essere in una posizione di svantaggio: malgrado il tono arrogante, serviva una prova della loro pericolosità.
    …i mezzi conferiti da Sua Altezza la Strega, l’unica vera… leccate di culo. Chissà se sono animati dagli ideali della Galbadia di trent’anni fa, quando il giogo di quella Maga Magò era esteso su tutto il continente. Forse fanatici di una sorta di restaurazione dell’antico regime.
    Tuttavia, secondo il preside, l’attacco al Garden aveva come scopo il recupero di un artefatto di origine discussa. Lex si stava iscrivendo il giorno il cui Gabriel l’aveva mostrato ai SeeD, non ha idea di cosa si tratti ma attualmente lo reputa poco importante. Ciò che conta è che si tratti di un intento criminale. Potrebbe essere che il discorso sull'abbandono delle frontiere fosse solo uno specchietto per le allodole? In fin dei conti nemmeno loro potevano veramente crederci, nemmeno dopo una manifestazione di forza come quell'assalto era realistico pensare che il Garden avrebbe alzato la bandiera bianca.
    Secondo Lex le idee politiche danno il pretesto per atti intrinsecamente folli, tuttavia gli Zevran volevano l’artefatto, ma non l’avevano richiesto nel messaggio. Questo perché il Garden NON doveva sapere a cosa puntavano, ma allora perché fargli sapere della loro esistenza con una minaccia? Degli individui così scaltri da oltrepassare la sicurezza informatica non potevano non aver pensato che sarebbe stato più facile infiltrarsi nelle fila dei SeeD per ottenere ciò che volevano. O forse non l'hanno fatto perché non potevano farlo...al tempo.
    Questo cambia le sue considerazioni di poco prima: la motivazione è pratica, ma mascherata dietro una emotiva. Ma perché complicarsi la vita in questo modo? Gli psicopatici sono tutti accumunati dal desiderio di dimostrare il proprio potere, muovere le masse e condizionare gli eventi, ma questi individui dimostrano una strana combinazione di sofisticatezza e ingenuità.

    La scelta dell’obiettivo.
    Può essere specifica, come uccidere il presidente di Galbadia, o casuale, come mettersi a sparare con un mitra nel centro di Timber.
    E vi accorgerete prima di quanto immaginate di che cosa sia in nostro potere
    Il loro messaggio è vago, non vogliono scoprire le loro carte ma al tempo stesso vogliono incutere timore. C’è una sorta di contrasto in questo: quando si vuole mettere paura a qualcuno avvisandolo anticipatamente si è molto specifici circa ciò che si farà, altrimenti si corre il rischio di non essere presi sul serio. Dire “fai questo o ti capiterà qualcosa di brutto” può funzionare con il ferramenta di quartiere che non sa con chi ha a che fare, non con una forza militare. E, più di tutto, è un’avvisaglia chiara di intento. Continua a non capire: perché mettere sul chi vive il nemico?
    La loro correlazione con la Strega, secondo Lex, è più flebile di quanto loro stessi ammetterebbero. E se il recupero dell’artefatto fosse necessario per farli prendere in considerazione da quella puttana? Questo però non spiegherebbe chi li ha equipaggiati. L’immagine della Lunatic Pandora gli compare involontariamente.

    Sospira. Motivazione pratica, ma con caratteristiche emotive, intento criminale e un obiettivo casuale. Non fosse per come si sono evoluti gli eventi, Lex si rifiuterebbe di prenderli in considerazione come un pericolo. Generalmente il dubbio a questo punto è uno: questa gente sta contrattando o sta cercando pubblicità? Nessuna delle due, propriamente. Secondo Lex sono sicuramente pericolosi, preparati, ma sembrano combattuti tra il voler dare libero sfogo al proprio ego e l’ottenimento pratico del loro obiettivo. Ci sono elementi contrastanti, il che è abbastanza tipico quando si ha a che fare con degli psicopatici intelligenti. Vogliono il plauso, vogliono seminare il terrore, vogliono essere temuti e rispettati, ma vogliono anche quell'oggetto. E, secondo lui, non sono stati capaci di tenere a freno le proprie tendenze teatrali, che avrebbero potuto manifestare con maggior veemenza DOPO aver raggiunto il proprio scopo.
    Gli piacciono gli individui così, perché sono più disposti a fare errori.
    Poi Lex capisce una cosa ed il mozzicone di sigaretta gli cade dalle labbra.
    Non sorride più.

    Edited by EgoisM - 25/1/2021, 08:05
     
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1 replies since 10/9/2020, 14:15   89 views
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