Due chiacchiere

role aperta a chiunque

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    Aveva da poco passato l'esame contro Heinze per entrare ufficialmente nell'accademia, il ragazzo andò in stanza, una doccia, cambiò indumenti e con le sue solite cuffie uscì per addentrarsi nella perlustrazione dell'edificio scolastico.
    La mensa sembrava un ottimo luogo dove poter iniziare a socializzare con qualche studente, qualche Seed o chissà chi altro avrebbe avuto l'occasione di conoscere, almeno un po'.
    Benjamin entrò nella caffetteria, si mise in coda per chiedere un caffè estremamente lungo, l'addetta lo guardò un po' stranita per la richiesta,nel frattempo abbassò le cuffie sul collo, prese il suo bicchiere e scelse un posto per consumare la propria ordinazione.
    C'erano diversi tavoli, qualcuno da due sedute, altri con un numero maggiore e fu proprio fra quelli che ricadde la sua scelta.
    Un ragazzo da solo in un grosso tavolo non sarebbe dovuto passare inosservato o perlomeno questo era ciò che sperava il nuovo arrivato.

    L'evocatore era un ragazzo di poche parole, riflessivo ma non solitario, aveva voglia di conoscere qualcuno.
    Essere il ragazzo nuovo non era facile per nessuno e questa fu la sua volta.
    Sperava che qualcuno gli chiedesse se potesse sedersi con lui, una persona o anche un gruppo di amici con cui poter iniziare un dialogo e farsi almeno dei conoscenti.
    Nelle varie missioni, probabilmente avrebbe dovuto scendere in campo insieme ad altre persone appartenenti al Garden e lavorare con gente sconosciuta senza conoscerne il proprio lavoro, carattere più o meno temperato e altre informazioni utili, sarebbe stata una disdetta per l'intera operazione.
    Il ragazzo non avrebbe sprizzato felicità, non era molto solare ma nemmeno un antipatico solitario.

    Si sedette e attese che magari qualcuno si fosse avvicinato alla sua persona magari incuriosito dalla sua attrezzatura musicale che continuò a tenere sul collo, se avesse voluto star da solo le avrebbe indossate ma non era così.
     
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    Non si è mai così stupidi da non sapere cosa si vuole, ma lo si può essere abbastanza da non provare a ottenerlo. Questa considerazione accompagna Lexmore J. Soneji mentre riempie il suo vassoio presso la mensa del Garden. Questa e un'altra, ben più preponderante:
    SONO-UN-CAZZO-DI-SEED.
    L'ha ripetuto tra sé e sé per 14 volte.
    SONO-UN-CAZZO-DI-SEED.
    15.
    Non se ne capacita ancora: è stato promosso. In una delle operazioni militari più infauste alle quali abbia mai preso parte, una di quelle che oscillano dal risolversi come una ritirata obbligatoria ad una vera e propria baia dei Porci, eppure lui c'è riuscito.
    Lui, la biondina, il calvo e il Tomberry, tutti ci sono riusciti. I quattro acciaccati cavalieri dell'Apocalisse tornati vittoriosi portando come trofeo Jöran. Vivo e in salute - si fa per dire.
    Certo, al rientro non c'è stata una parata onoraria con lancio di fiori per le strade, quando più un internamento d'emergenza in infermeria per rimetterlo in sesto dopo che praticamente era stato sul punto di compromettere seriamente le sue capacità motorie, ma Lex l'aveva vissuta ugualmente come un trionfo. Dopo il periodo di degenza, vissuto con la dovuta ansia nell'attendere i risultati di quella fatica, il risultato: il suo esame è stato un successo.
    SONO-UN-CAZZO-DI-SEED.
    16.
    E' inebriato da quella sensazione, c'è riuscito! Per la prima dannata volta nella sua vita si è posto un obiettivo, l'ha perseguito e l'ha raggiunto. E' questo che si prova a riuscire in qualcosa? E' fantastico, spiega decisamente perché la gente s'impegni tanto nelle cose, benché siano tutti intimamente consapevoli che a contare davvero siano sempre e solo i risultati e non gli sforzi che si fanno per raggiungerli.
    Fa la fila al bancone per pagare un toast caldo caldo, una bibita, un budino alla vaniglia ed un buon caffé che regge tutti sul vassoio che ha in mano. Le sue labbra s'inarcano in un sorriso soddisfatto: e ora, cari fratelli Pradegan, schifosi cravattari succhiasoldi, venite a prendere la testa di questo SeeD. Vi sfido, figli di puttana. Una considerazione che non avrebbe mai creduto di poter fare.
    Oggi ha deciso di vestire semplice: jeans, scarponi, t-shirt grigia sotto una camicia di flanella rossastra.
    A me sembra più rosa
    Sta zitto. E' rossa.
    Forse rosa sorbetto. Comunque è molto carina, ti snellisce i fianchi. Dico davvero!
    Puoi provocare finché ti pare, ma oggi non mi rovinerai l'umore.
    SONO-UN-CAZZO-DI-SEED
    17. Porta male.
    L'ora di pranzo è passata da un po' e da che vive al Garden deve seguire un piano alimentare preciso, studiato appositamente per i suoi allenamenti, tuttavia oggi c'è da festeggiare e, poiché ha smesso di bere, ha intenzione di farlo concedendosi un pasto fuori programma. Pagato quanto dovuto, si volta e cerca un posto libero. Generalmente Lex mangia da solo, non sa dire se per scelta sua o degli altri: semplicemente di solito và così. Non se né mai fatto un dramma, gradisce la compagnia ma accetta di buon grado la solitudine di norma, tuttavia oggi è molto ottimista e gli risuona nella testa una canzone che alimenta la sua euforia:
    Oh Lord, I pray, you give me strength to carry on ‘cause I know what it means to walk along the lonely street of dreams. And here I go again on my own, going down the only road I’ve ever know. Like a drifter I was born to walk alone and I’ve made up my mind. I ain’t wasting no more time
    La sua attenzione si focalizza su un ragazzo biondo seduto da solo ad un tavolo con più posti. Sembra parecchio più giovane di lui, ha dei lineamenti così morbidi che sembra essere fatto di porcellana, tiene delle grosse cuffie poggiate sul collo e ha l'aria di chi non ha alcun problema al mondo o se ne frega altamente. Volto pulito, niente cicatrici. E' uno nuovo.
    E' talmente di buon'umore che per una volta non asseconda la sua tendenza a scegliere un tavolo vuoto, ma anzi si avvicina al biondo e, arrivato, esordisce riferendosi ad una delle sedie.
    E' occupato?

    Edited by EgoisM - 21/1/2021, 20:10
     
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    Non ero li da molto, la mensa era un via vai di persone, sorrisi, chiacchiere e qualche anima solitaria.
    Ognuno era fatto a suo modo, anche Benjamin preferiva starsene da solo, o meglio, semplicemente non era un chiacchierone, preferiva osservare, esporsi poco, non per mancanza di carattere ma semplicemente perché il ragazzo era fatto così.
    Preferiva lasciare agli altri l'essere espansivi.

    Ogni tanto il suo sguardo finiva su qualche ragazza e qualcuna lo osservava ma chissà, magari erano semplicemente sguardi curiosi per il nuovo arrivato e non di colpi di fulmine.
    Il tempo trascorreva ma lento, a Benjamin il caffè piaceva gustarlo, poteva metterci anche 8 minuti per quella piccola miscela, perchè per lui non era solo una bevanda ma un momento di relax e solo quando la tazzina sarebbe stata vuota, il momento sarebbe finito e così lo consumava lentamente.

    Pochi minuti dopo l'attenzione del ragazzo in bianco si concentrò su un altro, camicetta da boscaiolo, jeans, insomma..era in borghese, magari una new entry come lui? Sembrava, almeno dal suo volto, di buon umore e chiese di sedersi li con lui


    Certo, se mai dovessimo finire in missione almeno avremmo già più confidenza

    Era una nuova conoscenza, un semplice: Ehi come butta? Non faceva proprio per lui.
    Non seppe cos'altro dire se non ciò che gli uscì di bocca.
    Non voleva sembrare uno che pensava solo al garden, sapeva divertirsi anche lui ma a una nuova conoscenza è sempre difficile incalzare un discorso.


    Tu hai già partecipato a delle missioni? Io sono arrivato da qualche giorno...

    Non voleva passare come la matricola spaventata dal Garden ma esporsi subito avrebbe potuto ampliare i vari argomenti, Benjamin poteva trovarsi davanti chiunque: un novellino, un seed, un professore o chissà chi altro.
    Era troppo inesperto del posto per saper identificare le varie persone, non ne conosceva ancora nessuna.
    Argomentare su delle missioni, sembrava la cosa giusta
     
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    Certo, se mai dovessimo finire in missione almeno avremmo già più confidenza
    Piacere, Lex risponde sedendosi e posando con cura il vassoio sul tavolo.
    Dai, dillo: SeeD. So che vuoi tirartela
    Evita di dire il nome completo. Gli pare ridondante specificare che preferisca quell'abbreviazione e, più di tutto, non gli piace pronunciare il proprio cognome a voce alta. Suona male.
    Senza aggiungere altro dedica la sua attenzione a quel toast farcito che ha comperato, intingendone un angolo nella salsa cocktail e mordendolo con un certo gusto.
    Tu hai già partecipato a delle missioni? Io sono arrivato da qualche giorno...
    Non sembra una domanda dettata dal nervosismo, suona più come una curiosità del tutto normale.
    Ed è un nuovo arrivato.
    Da che ha avuto quella certa intuizione sugli avvenimenti che nell'ultimo anno si sono abbattuti sul Garden, Lex ha sviluppato un vago senso di diffidenza verso i nuovi iscritti. E' qualcosa di inconscio, tipico dei paranoici. Tuttavia, complice il suo buon'umore odierno, non lascia trasparire nulla.
    Si prende qualche attimo per parlare, e più che altro per mandare giù il boccone.
    Sono qui da un po' ormai prende il bicchiere di carta e si concede una robusta sorsata prima e di riprendere Ho fatto tre missioni come recluta, poi l'esame da SeeD a Balamb
    SONO-UN-CAZZO-DI-SEED
    E siamo a 18. Ora basta però eh
    Nelle poche parole proferite dal biondo gli è parso di cogliere una certa nota e viene colto da un vago senso di déjà-vu. E' qualcosa di molto flebile, un'impressione fumosa ma se c'è una cosa che ha imparato è che raramente ci si sbaglia a fidarsi dei propri sentori. Per quanto confusi possano essere.
    Hai un accento familiare. Di dove sei? addenta di nuovo il toast.
    Semplici convenevoli, una chiacchierata cortese, però la definizione "accento" è un po' eccessiva, forse "inflessione" avrebbe reso meglio l'idea.
     
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    Il ragazzo si sedette al tavolo e si presentò probabilmente con un nomignolo.
    Non per voler titubare ma semplicemente Lex era troppo inusuale, era sicuramente il diminutivo di qualcos'altro ma il ragazzo volle presentarsi in modo più amichevole che ufficiale, così il new entry rispose e si presentò a sua volta con toni amichevoli e sorridenti


    Io sono Benjamin

    Il diminutivo di Benjamin? Benjy, Ben ma a lui piaceva Benj, totalmente inusuale e stonato come suono ma lui era così, poco gli importava.
    Il ragazzo era più che un novellino, aveva addirittura affrontato l'esame Seed e per averlo nominato, doveva averlo superato per forza, un bocciato eviterebbe di nominare l'esame seed.


    E come sono state le missioni? E con i compagni com'è andata? Una buona intesa?

    Il ragazzo si esponeva sempre in modo pacato.
    Faceva domande si ma non era troppo invadente, erano semplici domande di routine per un accademia.
    Soprattutto i compagni, Benjamin voleva sapere che gente girasse nel garden se affidabile o meno poi incalzò con altre parole


    Qualcuno da cui stare alla larga?

    Sempre meglio saperlo prima d'imbattersi in qualcuno di poco raccomandabile e infine rispose alla domanda sull'accento

    Io sono di Dollet, anche tu? Ho girato spesso per il globo

    Negli anni precedenti, il ragazzo si era spostato un po' in tutta l''atmosfera terrestre per lavoro e per seguire la madre durante le proprie esibizioni,
    l'accento ormai poteva essere un mix di diverse località
     
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    E come sono state le missioni? E con i compagni com'è andata? Una buona intesa?
    Lex si prende qualche istante prima di rispondere a Benjamin.
    Qualcuno da cui stare alla larga?
    Si stringe nelle spalle.
    All'inizio bisogna farci il callo. Alcuni incarichi vanno per il verso giusto, altri invece... Improvvisamente ripensa al Blinura sulle spiagge di Galbadia, o alla mina piazzata tra i rovi della loro "via di fuga" a Balamb.
    Beh diciamo che se ci iscrive in un posto come questo si mettono in conto le lussazioni, i tagli, le costole fratturate...cose di questo genere beve ancora Pensa che al mio esame avevo per compagno un Tomberry
    Quasi gli viene da ridere a dirlo, ma quando aveva visto Zyrcon la prima volta aveva pensato che lo stessero prendendo in giro. Impressione che era cambiata dopo averlo visto in azione, giudicare in base alle apparenze è quasi un istinto inconscio ma spesso si commette un passo falso.
    E alla fine era dannatamente in gamba. La gente qui è un po' eccentrica, ma sono tutti dei professionisti quando si tratta dei loro incarichi. Io, almeno fin'ora, non ho mai avuto grossi problemi
    Per un momento assapora l'idea di dargli un consiglio, poi però si rende conto che essere diventato SeeD non lo ha trasformato magicamente in un esperto vissuto e degno di dispensare saggezza. Forse niente potrà mai renderlo tale.
    Io sono di Dollet, anche tu? Ho girato spesso per il globo
    A quelle parole le sue labbra si aprono in un sorriso sincero.
    Ah! Un concittadino. Sì, sono anch'io di Dollet dice mentre finisce il toast e si passa con cura il tovagliolo sulla bocca.
    Meglio soprassedere su quello che facevi a Dollet, né? C'è poco di cui essere fieri
    Ho lavorato a Timber per un periodo, poi mi sono trasferito qui quando ho avuto delle rogne con degli strozzini
    E a quel punto, Lex ha un attimo di esitazione. E' la prima volta che lo dice a voce alta eppure gli è venuto naturale, forse la permanenza al Garden sta smussando le sue inibizioni, oppure la promozione a SeeD ha lenito l'imbarazzo di quella storia.
    No, più semplicemente il tempo che sta passando lì, con quelle persone, rende ogni giorno meno vergognoso parlarne.
    Sbuffa con fare annoiato, come se si trattasse di questioni di poco conto.
    Una brutta faccenda, insomma. Tu, invece? Qual è la tua storia?
    Dice mentre prende un'altra robusta sorsata dal bicchiere di carta.

    Edited by EgoisM - 21/1/2021, 20:13
     
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    Ascoltava le parole di Lex e sorseggiava con molta calma la sua tazza di caffè.
    La conversazione era ormai partita e Lex iniziava a raccontare delle proprie avventure, si vedeva nei suoi occhi un po' di nostalgia di quei ricordi, doveva piacergli molto l'azione.

    Sui compagni da evitare non sembrò farne cenno, probabilmente erano tutti molto diligenti o almeno, durante una battaglia in cui in gioco c'era sempre la vita, tutta la squadra si comportava in modo tale da portare ogni persona sana e salva a casa e dalle ferite che citava il ragazzo, ce n'erano di inconveniente fisici.


    Ma dai..

    Esclamò sul racconto del Tomberry, era sicuramente una novità sapere di una creatura recluta per il garden, certo le porte erano aperte a tutti ma a Benjamin fece comunque strano, ne in senso positivo ne in senso negativo, semplicemente lo sorprese venire a conoscenza di questa particolarità in una delle missioni e le sorprese non finirono li.
    Anche Lex proveniva dalla stessa città dell'evocatore, ecco perchè riconobbe subito l'accento


    Bhè piccolo il mondo..

    Disse sorridente.
    Trovare qualcuno della propria città, in un posto in cui non si conosceva nessuno, non poteva che essere qualcosa di famigliare e che metteva in buona luce l'altro ragazzo.


    Mio padre è il proprietario del Violet...non so se lo conosci dato il tuo spostamento a Timber, mi è sempre piaciuta come città con tutti quei treni, il giornale...

    Dollet era anch'essa una bella cittadina costeggiata dal mare ma come sempre accade, il giardino del vicino è sempre più verde.
    C'era tutto, soprattutto per divertirsi, sormontata da un grande monte era proprio una bella cittadina in cui vivere ma Timber dava più il senso di modernità rispetto alla prima citata.
    Da li iniziò il racconto del giovine


    La mia storia è molto breve

    Forse avrebbe deluso le aspettative, se mai ce ne fossero state, dell'altro ragazzo.
    Non c'erano avvenimenti avvincenti nella sua storia ma qualcosa da raccontare non mancava mai


    Mio padre, come ti dicevo è il proprietario del Violet mentre mia madre è un artista, spesso faceva degli spettacoli nel locale e poi sai com'è la voce si sparge e venne invitata di qua e di la.
    Col mio arrivo, affascinato da questo mondo iniziai anch'io a viaggiare con lei e ad esibirmi


    Avvicinò la sua mano destra all'orecchio, sovrapponendo il dito medio all'indice e con una mossa che sembrò uno scatto di dita, apparve quasi per magia 1 guil, una semplice monetina.
    Sorrise.
    Questo, avrebbe fatto capire a Lex le doti da prestigiatore del ragazzo


    Sulle ragazze..ha sempre un certo fascino

    Disse quasi in tono ammiccante.
    Il ragazzo non era un Don Giovanni ma veniva spesso notato per il suo lato estetico da qualche occhio indiscreto appartenente a delle giovani donne e questi giochetti da prestigiatore facevano sempre impazzire i cuori delle varie ragazze


    Ma dimmi..tu a che classe appartieni?

    Poggiò la monetina sul tavolo, ci passo sopra il palmo della mano e scomparve.
    Ora il discorso si era spostato sulla classe.
    Se avessero mai dovuto combattere insieme, sarebbe stato utile sapere per tempo con chi si trovava ad affrontare delle missioni o in uno scontro come avversari.
    In quel Garden, non si può mai sapere
     
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    Mio padre è il proprietario del Violet...non so se lo conosci dato il tuo spostamento a Timber, mi è sempre piaciuta come città con tutti quei treni, il giornale...
    Violet... dice riflettendo No, non lo ricordo. Frequentavo di più lo Shining Bomber Finché quel malato di Szalzay Quelch, in preda all'amok, non ha accoltellato un tipo nel bagno mentre tu gli facevi da palo
    Scaccia quel ricordo aggiungendo una specificazione inutile.
    Non so se hai presente, è sulla stessa via del Nautilus, il Junk Shop
    Dollet, Timber...quelle di cui parla questo ragazzo sono diverse da quelle che hai vissuto tu. Non lo trovi ironico? In ogni posto in cui sei andato ad insidiarti in un modo o nell'altro finivi nel sottobosco criminale locale. Ricordi la teoria delle finestre rotte? Ecco, tu sei la risposta: bellezza attira bellezza, il marcio attira il marcio
    La mia storia è molto breve. Mio padre, come ti dicevo è il proprietario del Violet mentre mia madre è un artista, spesso faceva degli spettacoli nel locale e poi sai com'è la voce si sparge e venne invitata di qua e di la. Col mio arrivo, affascinato da questo mondo iniziai anch'io a viaggiare con lei e ad esibirmi
    Lex ascolta con attenzione, mentre apre il budino confezionato, deciso a non concedere altre occasioni al suo subconscio di ricordargli quanto in basso possa essere stato.
    Ma ci sta provando a risalire, ci sta provando con tutto sé stesso. E' un SeeD ora, no?
    A distrarlo è la prestidigitazione di Benjamin che, con una mossa alquanto pittoresca, fa comparire una moneta da un guil.
    Sulle ragazze..ha sempre un certo fascino
    Lex gli sorride di ricambio, Benjamin gli sembra un tipo in gamba.
    Ci credo. C'è un tipo qui al Garden, un mezzo feliar, che fa di questi numeri con le carte
    Forse è per questo che decide di dargli quella che, seppur involontariamente, potrebbe parere un'avvisaglia mantenendo però un tono naturale, leggero.
    Però potrebbe non bastare con le ragazze di qui Non dico siano delle satrapesse, ma le più sparano fiamme dalle mani
    Ma dimmi..tu a che classe appartieni?
    Sono un vigliacco cagasotto che a qualsiasi occasione preferisce darsela a gambe piuttosto che rischiare anche minimamente di prenderle. E, non essendo bravo nemmeno in questo, và a finire che le prendo lo stesso un incursore. Arma bianca
    Inizia a consumare il budino alla vaniglia, accompagnandolo ogni tanto con qualche goccio della bibita.
    Tu invece? e decide di tirare ad indovinare Mago?

    Edited by EgoisM - 21/1/2021, 20:15
     
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    Certo, conosco la concorrenza

    Conclusa con una leggera risata mentre sorseggiava l'ultimo goccio di caffè e posando la tazzina sul tavolo.
    Poi la sua attenzione si soffermò sul racconto di Lex a proposito di un altro ragazzo che faceva il prestigiatore con delle carte.
    Sarebbe stato curioso d'incontrarlo, capire che tipo di persona fosse, sicuramente un tipo particolare solo per saper utilizzare qualche trucchetto di manualità


    Magari avrò modo d'incontrarlo

    Disse semplicemente in risposta.
    La conversazione poi si spostò sulle ragazze.
    Il ragazzo cercò di dare come un avvertimento a Benjamin,
    Le ragazze sembravano esser molto toste e poco propense alle carinerie da giovani fanciulle seducenti ma bensì, erano guerriere pronte a mettere al tappeto il proprio avversario con delle lingue infuocate o chissà che altri trucchi magici.


    Evocatore

    Si limitò a rispondere per poi dare qualche dettaglio in più.

    Arma da lancio

    Avrebbe potuto far apparire anche la propria arma, proprio come aveva fatto poco prima con il piccolo trucchetto manuale ma non gli sembrava il caso in quel luogo di attirare troppo l'attenzione.
    Certo le sue armi non destavano sicuramente l'attenzione, erano simili a dei comuni dischi ma non volle continuare con qualche altro effetto speciale.
    Su Lex, Benjamin non voleva far colpo...si in quel senso.[/color]

    Bene, io ho finito

    <i>Non voleva sembrare scortese, semplicemente era li da più tempo dell'altro e anch'esso stava concludendo le proprie consumazioni e aspettò che ciò accadesse.


    Io proseguirei il mio giro, magari faccio un salto in biblioteca a studiare un po'

    Si sarebbe alzato con un sorriso e si sarebbe congedato.
    Non era di certo un secchione ma neanche l'ultimo della classe.
    Le cose da approfondire erano ancora tante.
    Salutò l'altro ragazzo, si rimise le cuffie e si allontanò dalla mensa, direzione: Biblioteca
     
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